Nel corso dell’udienza generale del mercoledì nell’Aula Paolo VI, Papa Francesco ha avuto modo di soffermarsi sulla necessità del riposo settimanale: il Santo Padre ha precisato infatti che dovrebbe essere buona abitudine recuperare il significato della festa come momento d'incontro con Gesù. Discorso significativo e profondo di Jorge Mario Bergoglio, che si pone però al centro di un curioso annuncio, arrivato da un suo rappresentate in Vaticano, in merito a quanto circolato nelle ultime giornate in Argentina.

Papa Francesco e la tecnologia sviluppata

Le ultime notizie di cronaca avevano rivelato una sorta di applicazione che simula una chat con il Papa: novità, come detto, che arriva direttamente dall'Argentina, dove un'associazione che porta il nome di Papa Francesco ha mostrato al pubblico un servizio digitale che consente ai fedeli di parlare con il Pontefice scambiando messaggi su Whatsapp.

Grazie all'uso di un cellulare, si può intrattenere una conversazione con il sovrano dello Stato della Città del Vaticano. E' la tecnologia Wabot che si occupa poi di rispondere con messaggi, foto, video e gift, dando modo ai fedeli collegati di 'interagire' con Papa Francesco.

I fan del web si erano dunque chiesti se veramente il Santo Padre comunicasse con i suoi discepoli attraverso l'uso della famosa applicazione di proprietà del gruppo Facebook.

Apparentemente poteva sembrare di si, perché l'idea era stata anche presentata con l'appoggio di membri della politica in una prima fase, nonché visionata e appoggiata anche da diversi funzionari e cariche collegate alla Chiesa.

WhatsApp mezzo usato dal Santo Padre: la risposta

Nelle ultime ore è stato però svelato che 'il Santo Padre non utilizza la messaggeria WhatsApp', cosi si legge, smentendo ogni tipo di benedizione via messaggi con i fedeli, sul social network Twitter da un esponente del Vaticano, ovvero il signor Greg Burke.

L'idea è si innovativa e forse geniale, ma non proviene però direttamente da un'iniziativa promossa e sviluppata della Santa Sede, che ha tenuto a precisare come si tratti di una sorta di Wabot-Papa Francesco, che risponde meccanicamente ai messaggi ricevuti pensando si parli con il Pontefice. Il Vaticano, vista la diffusione e il successo mediatico dell'applicazione, ha cosi voluto pubblicamente distaccarsi dall'iniziativa, nata grazie alla preparazione tecnica di alcuni giovani, che hanno beneficiato della considerazione che Francesco ha dei mezzi digitali, più volte tirati in ballo nei discorsi pubblici del Papa.