“L’abbiamo arrestato per evitare altre possibili vittime”. Non hanno dubbi i carabinieri di Desio sulla pericolosità di Mattia Del Zotto, il giovane di 27 anni sottoposto ad un’ordinanza cautelare emessa dal gip di Monza, perché ritenuto il responsabile della serie di avvelenamenti che ha colpito un’intera famiglia di Nova Milanese. Una vicenda ritenuta per mesi inspiegabile. Ma ormai non ci sono più dubbi: il ragazzo voleva sterminare tutti i parenti, avvelenandoli col tallio. Ora è accusato del triplice omicidio della zia e dei nonni paterni, e di aver tentato di uccidere altre cinque persone: una seconda zia, figlia della coppia morta, il marito della prima vittima, la badante di famiglia ed, infine, anche i nonni materni.

La giustificazione del giovane

Unici risparmiati, fino a questo momento, i genitori. “Volevo punire i soggetti impuri” si è giustificato Mattia, prima di accompagnare i carabinieri nella cantina della grande villa suddivisa in appartamenti di Nova Milanese, in cui vivevano insieme vittime e assassino. Lì le forze dell’ordine hanno ritrovato cinque confezioni di solfato di tallio – un potente veleno un tempo utilizzato come topicida, scelto dall’assassino per sterminare i familiari – con le relative ricevute d’acquisto per trecento euro. Ne è bastata una sesta per compiere la strage. Le indagini, durate due mesi, erano arrivate ad un punto di svolta quando, a casa degli ultimi avvelenati, i carabinieri avevano sequestrato una miscela di erbe per infusi contaminata da tallio.

Un ragazzo introverso

A lungo gli inquirenti avevano brancolato nel buio: inizialmente si era parlato di un possibile avvelenamento da escrementi di piccioni o addirittura di acqua o cibo contaminati, ma con l’aumentare dei casi si erano allontanati i dubbi. Non poteva trattarsi di un semplice incidente. L’intenzione del giovane, come ha confessato lui stesso, era quella di uccidere i parenti, agendo in diversi momenti, a seconda delle opportunità.

Mattia è descritto dai conoscenti come un ragazzo introverso, taciturno, che non amava uscire di casa, ma preferiva coltivare la sua passione per l’informatica. Ma una grave distrazione l’avrebbe tradito: infatti si è dimenticato di cancellare dai proprio pc la bozza di una mail, in cui chiedeva alla ditta padovana a cui aveva ordinato il veleno di affrettare la spedizione, preoccupandosi perfino che non gli venisse addebitata due volte l’Iva.

Per compiere queste operazioni si era creato un account di posta elettronica con il nome falso di "Davide Galimberti". Il giovane, secondo i vicini da tempo in rotta con i familiari perché non riusciva trovare lavoro, avrebbe premeditato il piano sin da giugno: inizialmente aveva contattato diverse aziende per procurarsi dell’arsenico, ma visto che i venditori richiedevano notizie sull’acquirente ed una dichiarazione di utilizzo, aveva ripiegato con il solfato di tallio, un veleno meno noto e più facile da reperire, fino a concludere la transazione con un’azienda di Padova.