Il videogioco è ambientato in un prossimo futuro a Detroit (città che dà anche il nome al gioco), e ha come protagonisti anche degli androidi che sono diventati parte della società. Le vicende della trama rappresentano le violenze domestiche a cui un padre orco sottopone la figlia.

Detroit: Become Human

Si tratta di un gioco di ruolo nel quale il gamer può vestire i panni di Kara, la governante cyborg, o di Todd, il padre orco, o della figlia Alice, influenzando lo sviluppo della storia. Il videogame si preannuncia già un successo: Sony lo immetterà sul mercato il prossimo anno, ed è comunque già disponibile in prenotazione su Amazon al costo di 46 dollari.

I protagonisti

Kara, come già detto, è la governate di casa Todd, il padre violento che accudisce e si prende cura della figlia Alice, di 10 anni. La trama prende presto una strada violenta, con l'uomo che esplode di rabbia durante una cena in cui incolpa la figlia della fine del suo matrimonio. Fa volare il tavolo contro il muro e, con gli occhi fuori dalle orbite, urla ad Alice: "Forse pensi che sia facile per me, forse pensi che sia colpa mia se quella fo****a di tua madre ci ha abbandonati. F*****, mi ha lasciato per un f*****o ragioniere". A questo punto la ragazzina, terrorizzata, scappa al piano superiore della casa rincorsa dal padre, al quale il suo ideatore, David Cage, fa dire: "Alice, papà è molto arrabbiato", sino ad arrivare, dopo scene veramente raccapriccianti, a Todd che depone il corpo senza vita di Alice: "Adesso è tutto finito, papà non è più arrabbiato".

Poi, girandosi verso Kara, le urla: "È tutta colpa tua". Scegliendo fra le varie opzioni di gioco, si può evitare la morte della ragazza, si può fare intervenire Kara in soccorso di Alice, e anche mettere una pistola tra le sue mani. Infatti in una clip Alice raccoglie l'arma del padre e gli spara alla schiena per difendere Kara.

In un'altra scena, la stessa viene presa a pugni in faccia da Todd, mentre da un ulteriore filmato si apprende che l'uomo grida a Kara: "Lei (Alice) è mia. Faccio quello che voglio con lei", poi massacra l'androide mentre la bambina lo guarda. Insomma, si possono avere dei risvolti differenti.

Levata di scudi

"Detroit: Become Human" non è il primo videogioco che genera polemiche.

La serie "Grand Theft Auto", in cui i giocatori si trasformano in balordi che rubano auto e uccidono, è stata violentemente criticata per l'esplicita rappresentazione di sesso grafico con immagini segretate che i giocatori possono sbloccare. Ora anche verso "Detroit" molte associazioni hanno manifestato il loro disappunto.

Andy Burrows della NSPCC, l'associazione che si occupa della difesa dei diritti dei bambini, ha detto che "Qualsiasi videogioco che contempli abusi su minori e violenza domestica è inaccettabile", aggiungendo che una ricerca ha dimostrato come i maggiori fruitori di questi giochi vietati ai minori siano proprio questi ultimi. La fondatrice della Childline, Esther Rantzen, ha esortato la Sony Interactive Entertainment a rivedere certe scene o a ritirare il gioco perché non è solo cruento, ma anche molto pericoloso.

"C'è stato un tempo - dice la Rantzen - in cui le condanne venivano eseguite pubblicamente per intrattenere il popolo. In quel mondo crudele la gente guardava bruciare le streghe, ghigliottinare i ladri per puro divertimento. Ma non ho mai sentito parlare di bambine che venivano massacrate con una cintura come in questo gioco. Chi potrebbe giocare con un tale videogame? Persone insensibili alle sofferenze altrui. Come si può giudicare divertente un gioco come questo? I criminali che molestano, maltrattano i bambini, spesso hanno queste fantasie ancora prima di compierle. Da questo gioco potrebbero trarre messaggi sbagliati".

La scorsa notte, il Video Standards Council, la commissione americana che decide la classificazione dei videogiochi decretando l'età minima consigliata e il rilascio del permesso di commercializzazione, si è rifiutata di rilasciare per ora qualsiasi valutazione. La Sony Interactive Entertainment non ha voluto commentare.