Sono 78 i contrassegni ammessi a partecipare alle prossime Elezioni politiche, previste domenica 4 marzo. E' stata aggiornata la situazione dopo l'esame del ministero dell'Interno relativo alla documentazione integrativa. Il responso è stato reso noto on line anche dal sito web del Viminale. Complessivamente 103 i contrassegni che sono stati depositati, 16 non sono stati ammessi, mentre per 9 non è consentita la presentazione di liste. L'ulteriore esame dei contrassegni, da parte del ministero, è stato effettuato dopo l'invito rivolto ai depositanti per sostituire il contrassegno o integrarlo della cosiddetta dichiarazione di trasparenza.
Ciò entro e non oltre quarantotto ore dal momento della notifica. L'aggiornamento è stato inserito nelle bacheche esposte al piano terra del dicastero. Il prossimo appuntamento è datato 8 febbraio, quando saranno pubblicate le liste dei candidati per ciascun collegio.
Regionali in Lombardia e Lazio
Si avvicina, dunque, a grandi passi il voto nazionale, dopo che il 28 dicembre scorso il presidente della Repubblica ha firmato il decreto di scioglimento del Senato e della Camera dei deputati. In Lombardia e nel Lazio si voterà anche per le elezioni regionali. La prima riunione delle Camere si terrà il 23 marzo. La Legge 165 del 3 novembre 2017 delinea un sistema elettorale "misto". La tessera elettorale si rinnova presso l'ufficio elettorale del comune di residenza, che resterà aperto dalle 9 alle 18 nei due giorni che precedono la data delle elezioni e, nel giorno della votazione, per tutta la durata delle operazioni di voto, dalle ore 7 alle 23.
Nei prossimi giorni in diversi comuni italiani è in programma il sorteggio degli scrutatori, per molti una "boccata d'ossigeno" sul piano economico in una realtà avara di opportunità occupazionali.
Il 'tagliando antifrode'
Le nuove schede elettorali sono tutte dotate di un'appendice cartacea che è munita di un "tagliando antifrode" con un codice progressivo alfanumerico.
E' quanto si legge sulla sezione dedicata alle domande frequenti nella pagina web del Dipartimento per gli affari interni e territoriali. Complessivamente ventotto i quesiti pubblicati: si possono trovare i chiarimenti ai dubbi più frequenti degli elettori.
La prima volta
Le elezioni politiche italiane del 2 giugno 1946 furono le prime elezioni della storia italiana dopo il periodo di dittatura fascista, che aveva interessato il paese nel ventennio precedente.
Si votò per l'elezione di un'Assemblea costituente. La Democrazia cristiana, partito di centro, ottenne la maggioranza relativa col 35% dei voti. Le elezioni del 1948 per il rinnovo dei due rami del Parlamento si tennero domenica 18 aprile. La Democrazia Cristiana si aggiudicò la maggioranza relativa dei voti e quella assoluta dei seggi, un caso decisamente unico nella storia della Repubblica. Netta fu la sconfitta del Fronte democratico popolare, lista che comprendeva il Partito comunista italiano e il Partito socialista italiano. Le elezioni politiche sono regolate dalla Costituzione della Repubblica e dalla legge elettorale. Si svolgono ogni cinque anni o dopo lo scioglimento anticipato delle Camere.
Dopo il voto si rinnova anche il Governo, chiamato ad ottenere la maggioranza. Per la Camera votano tutti i maggiorenni in circoscrizioni, per il Senato coloro che hanno superato il venticinquesimo anno di età, su base regionale. Il voto è preceduto da trenta giorni di campagna elettorale. Nei quindici giorni precedenti la data delle elezioni è fatto assoluto divieto di diffondere sondaggi. Il giorno che precede le elezioni entra in vigore il silenzio elettorale.