Una storia vera che sa di favola è quella che racconta la storia d'amore tra un uomo affetto da grave insufficienza renale e la sua infermiera. L'uomo era da tempo costretto a numerose sedute di dialisi, una prigionia permanente che però gli ha regalato una nuova speranza. In attesa di un donatore, Giacomo Schinasi, esponente della comunità ebraica di Pisa, ha ricevuto il sospirato rene dall'infermiera piemontese Cinzia Stracquadaini, che ha conosciuto 5 anni fa proprio in ospedale. Giacomo si recava in ospedale 3 volte a settimana e Cinzia lavorava nel reparto dialisi: i due si sono innamorati e la donna ha deciso di donare un rene all'uomo che amava, dal momento che il suo organo risultava compatibile al 99%.

Il bel gesto di Cinzia ha rafforzato il sentimento sbocciato tra i due che hanno deciso di sposarsi.

Il matrimonio

Domenica scorsa i 2 innamorati hanno coronato il loro sogno con un rito civile nel Comune di Pisa. La signora Cinzia ricorda il primo giorno in cui i 2 si videro: Giacomo era molto teso e dubbioso circa l'esito della sua terapia e Cinzia aveva come assorbito le sue preoccupazioni sin dall'inizio. Il sentimento è sbocciato subito ma i due amanti lo hanno tenuto nascosto a tutti, impersonando sempre il ruolo di paziente ed infermiera. Dopo 2 mesi però Giacomo ha avuto necessità di un trapianto e a quel punto Cinzia è venuta allo scoperto, proponendosi come donatrice. Un sogno diventato rraltà, ma purtroppo la realtà spesso non è quella delle favole.

Dopo 12 mesi infatti, Giacomo ha rigettato il rene trapiantato per cui ora ha urgenza di un rene nuovo. Giacomo ha di nuovo bisogno di dialisi permanente; la malattia gli ha portato via la normalità, per ora, ma non potrà portargli via la cosa più importante: sua moglie.

Il rigetto del rene

Il trapianto di rene è un intervento che prevede l'espianto di un rene sano da un donatore vivo o con morte cerebrale e il conseguente impianto nel pazoente ricevente.

Chi ne ha isogno è spesso affetto da grave insufficienza renale, una patologia che costringe chi ne è affetto ad una continua ed estenuante dialisi in ospedale. Perchè abbia successo è necessario che ci sia una certa similarità genetica tra donatore e ricevente e nel caso di Giacomo e Cinzia l'affinità era del 99%. Il trapianto può avere un esito negativo o subire delle complicazioni, come infezioni o ascessi, ma può anche richiedere una pesante terapia immunosoppressiva permanente.

Infine si corre il corre il rischio di rigetto, per cui il ssitema immunitario riconosce l'organo impiantato come non-self e lo attacca in un lasso di tempo che va dalle immediate 24 ore post intervento fino ad anni dopo l'operazione. Il rigetto di Giacomo, infatti, è avvenuto dopo un anno dal trapianto.