Una ferita che si riapre a distanza di 25 anni, oppure l’ulteriore strascico di un divorzio che ha avuto conseguenze drammatiche per tutte le persone coinvolte? Il dubbio resta davanti all’intervista della Cbs a Dylan, 32enne figlia adottiva di woody allen e Mia Farrow, che accusò il padre di violenze quando era bambina. Il clamore generato dal movimento #MeToo, con tante attrici che hanno denunciato gli abusi subiti da personaggi del mondo del cinema, era destinato a riaccendere i riflettori su questa storia, che sembrava essersi risolta con la doppia assoluzione del regista, al termine di due differenti indagini.

Ma le parole della presunta vittima, dopo un lungo silenzio, hanno fatto scalpore.

Fuoco incrociato contro Allen

Il clima ad Hollywood è cambiato, anche grazie alle inchieste giornalistiche sulle molestie sessuali nel mondo del cinema curate proprio da Ronan Farrow, figlio di Mia e Woody. E così, sull’onda della mobilitazione contro le violenze, la figura di Allen è stata di nuovo messa in discussione: un giornalista del Washington Post è andato a spulciare l’archivio donato dallo stesso regista all’università di Princeton, trovandovi documenti che rivelerebbero la sua “ossessione per le minorenni”, mentre Rebecca Hall e Timothee Chalamet, interpreti dell’ultimo film del celebre autore, "A Rainy Day in New York", hanno dichiarato di voler versare il loro compenso in beneficienza ad associazioni vicine alle vittime.

Insomma, una situazione non facile per Allen, sposato da anni con Soon-Ji, altra figlia adottiva della Farrow, di 35 anni più giovane.

Il regista risponde alle accuse

Nell’intervista alla Cbs Dylan Farrow ha usato parole pesanti contro il padre adottivo: “Per anni sono stata ignorata, non creduta e messa da parte da tutti, ma dicevo la verità – ha spiegato – ora mi accusano di cavalcare l’onda di movimenti come Time's Up, ma non vedo perché non dovrei voler distruggere chi mi ha fatto del male”.

Affermazioni che hanno provocato ben poche reazioni in difesa del premio Oscar, come quella di Alec Baldwin, che ha criticato le colleghe Mira Sorvino e Greta Gerwig, per essersi scusate con Dylan nei giorni scorsi, ripudiando il proprio lavoro con il regista. Alla fine ha parlato anche Allen, che si è detto sdegnato per delle accuse su cui la giustizia americana ha indagato a suo tempo, scagionandolo.

“La Child Sexual Abuse Clinic dello Yale-New Haven Hospital e l'Agenzia dello Stato di New York per il Child Welfare si sono occupate per molti mesi dei fatti, concludendo che non c'era stata molestia – ha ricordato l’aurore in una dichiarazione alla Cbs – invece hanno trovato una bambina vulnerabile, preparata a raccontare questa storia da una madre furiosa, durante la nostra separazione”.