E' successo a Viareggio, il 4 febbraio 2018, poco prima delle 5 del mattino: un uomo di 25 anni ha investito due giovani provenienti da Lucca. L'uomo percorreva il viale Europa in Darsena a Viareggio, quando i due giovani ragazzi hanno attraversato la strada dirigendosi verso il loro tragico destino che li ha visti protagonisti dell'incidente che ha causato la morte di uno dei due. L'uomo che ha investito i ragazzi non si è fermato dopo l'accaduto, lasciando la propria auto - una Lancia Y - nelle vicinanze del luogo del delitto, decidendo prontamente di andare a rifugiarsi nella propria abitazione di Torre del Lago.
Grazie alle testimonianze di alcuni individui presenti nel luogo dell'accaduto è stato possibile risalire all'identità dell'uomo, che ha abbandonato la scena commettendo non soltanto un omicidio, ma anche omissione di soccorso. Le forze dell'ordine, dunque, si sono recate nel luogo in cui si nascondeva l'uomo accusato di omicidio, il quale è stato portato al pronto soccorso dell'ospedale Versilia per effettuare delle analisi tossicologiche. In seguito è stato trasferito alla caserma dei Carabinieri di Viareggio, dove è stato interrogato, per poi essere trasferito al penitenziario. L'accusa che grava sul 25enne è quella di omicidio stradale, lesioni gravi e omissione di soccorso. Le analisi tossicologiche effettuate sull'uomo hanno riportato un esito positivo all'alcool test e all'hashish, e secondo le ricostruzioni delle forze dell'ordine il tasso alcolico dell'uomo risulta essere di 1,10g/l.
A pagarne le più devastanti conseguenze, tuttavia, sono Andrea Lucchesi che ha pagato l'incidente con la sua stessa vita, e Fabio Biagini, che ha riportato delle lesioni gravissime, adesso ricoverato nell'ospedale di Livorno.
Il ricordo del ragazzo al carnevale di Viareggio
Nella giornata del 4 febbraio 2018, a Viareggio si svolge il secondo corso mascherato del carnevale di Viareggio, il notissimo carnevale che viene seguito anche da alcune emittenti televisive arabe.
Sul posto, ogni anno per l'evento, si recano moltissime persone. Il comitato che organizza la cerimonia che si svolge durante il periodo di carnevale a Viareggio, ha voluto rendere omaggio al ragazzo morto durante l'incidente, difatti, è stato ricordato e celebrato prima dell'inizio dell'apertura cerimoniale della seconda giornata.
La presidente della fondazione, quale Maria Lina Marcucci, ha voluto omaggiare il giovane lucchese che ha perso la vita, celebrandolo mediante un discorso tenuto direttamente dal palco prima dell'inizio della cerimonia.
La psicologia alla base della dipendenza da sostanze
Non è insolito leggere o sentire fatti di cronaca, o accaduti che rientrano nella quotidianità, che coinvolgono atti violenti o distruttivi causati dalla dipendenza da sostanze, come per esempio la dipendenza dall'alcol, anche nota come alcolismo. La società contemporanea ha raccolto inevitabilmente l'eredità lasciata dalla cultura decadentista e esistenzialista che ha avuto il suo picco durante il secolo scorso, producendo una nuova generazione che vive un conflitto che spinge quotidianamente alla ricerca di quell'etica ormai priva di significato, che porta a confrontarsi con un'esistenza il cui valore e il senso non è aprioristicamente accessibile.
Difatti, le implicazioni pratiche dovute a questo vuoto epistemologico che attanaglia l'essere umano della società contemporanea, possono essere rintracciate nelle più svariate psicopatologie, quali su tutte la depressione e la dipendenza da sostanze. Utile è l'apporto dato da un sociologo contemporaneo, quale Zygmunt Bauman, che ha contribuito alla significazione di questa situazione esistenziale a cui l'uomo comune è sottoposto quotidianamente. Il sociologo ha definito la nuova società come "liquida" - tratto dal testo omonimo, appunto, "Società liquida" -, caratterizzata da una costante sensazione di non appartenenza a qualcosa, di ridefinizione di ogni significato dovuto al mondo globalizzato, alla corsa di dover apparire in quanto "valore".
In una realtà in cui l'incertezza è l'unica certezza, gli individui si trovano persi all'interno del loro vuoto esistenziale, bramosi di un credo o di una speranza che possa alleviare la sofferenza partorita da quest'apparente assenza di significato. E' qui, allora, che viene a giustificarsi il netto incremento dei quadri psicopatologici che vedono protagonisti l'abuso di sostanze e la depressione. Quale migliore amica, in questa realtà, se non una bevanda alcolica che permetta di affogare ogni cognizione? Che sia etico o no, questa è la logica attraverso cui il pensiero degli individui si muove nella società contemporanea. Bisognerebbe, dunque, analizzare quali siano i processi psicologici che innescano tali patologie, e quali siano le risorse deputate all'essere umano che possano servire per fondare e costruire una vita salutare.
L'OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità - riconosce la dipendenza da sostanze come patologia, difatti, le scienze mediche e psicologiche hanno preso tali disturbi come reale condizione patologica. La Psicologia e la psichiatria, più delle altre discipline scientifiche, hanno contribuito alla sistematizzazione del quadro sindromico del disturbo da dipendenza da sostanze. Bisogna essere consapevoli che non bisogna generalizzare, e ogni forma di patologia ha un'eziologia differente da persona a persona, tanto quanto i sintomi e il vissuto soggettivo saranno estremamente variabili tra i diversi individui affetti dalla stessa forma patologica. La psicologia dinamica, differisce dalla psicologia descrittiva e dalle scienze mediche in generale per il suo modo di discernere e trattare la diversità all'interno dello stesso quadro psicopatologico.
Difatti, se il DSM psichiatrico e l'OMS hanno finalità puramente diagnostico-descrittive, il PDM - Manuale diagnostico psicodinamico -, invece, affronta la trattazione della sintomatologia introducendo elementi di novità rispetto alla manualistica nosografica maggiormente diffusa, con riferimenti alla tradizione e allo spirito clinico propri della teoria psicoanalitica. Secondo il PDM, infatti, i sintomi non sono le unità descrittive minime della psicopatologia, ma costituiscono l'occasione per esplorare la soggettività del paziente. Per poter comprendere la funzione espressiva di un sintomo, come si propone il PDM, è utile inquadrarlo all'interno del funzionamento dell'individuo. Per quanto riguarda il disturbo da uso/dipendenza da sostanze il PDM, sottolinea all'interno di tale quadro patologico un intenso disagio acuto e cronico, disagio che può essere percepito nelle diverse situazioni e nelle diverse persone in modo molto variabile.
Da un lato, infatti, ci sono pazienti che sperimentano in modo intenso e soggettivamente intollerabile gli affetti dolorosi mentre, dall'altro, il disagio è avvertito solo in parte e in modo attenuato, come se fosse qualcosa di vagamente disforico, confusivo e non articolabile. I disturbi di tale quadro possono essere collocati all'interno dell'area del funzionamento di personalità borderline. Una caratteristica che accomuna i paziente dipendenti da sostanze è quella dell'incapacità di prendersi cura di sé stessi, capacità assente o particolarmente carente. Tali soggetti, inoltre, dimostrano di non riuscire ad anticipare, né da un punto di vista emotivo né da un punto di vista cognitivo, le conseguenze pericolose delle proprie scelte.
Nella maggior parte dei casi, alla base della vulnerabilità della dipendenza, ci sono delle fragilità nella formazione dell'Io e nell'organizzazione del Sé, spesso a causa di una realtà soggettiva vissuta come non responsiva, abusante o caotica. Tali lacune interferiscono con la capacità di regolazione degli stati affettivi, con l'autostima dei soggetti e con le loro capacità di tipo relazionale. La sostanza, dunque, viene utilizzata come forma di auto-medicamento nel tentativo di ridimensionare il proprio disagio e controllare o modificare le proprie esperienze affettive dolorose.