Un ventisettenne nigeriano è stato intercettato nella mattinata di ieri, 9 febbraio, dai carabinieri, alla stazione centrale di Milano, poiché sospettato di aver partecipato all'omicidio della diciottenne romana Pamela Mastropietro, i cui resti sono stati ritrovati in due trolley il 31 gennaio scorso nei pressi di Pollenza. Gli uomini dell'Arma hanno provveduto a portare l'uomo a Macerata, dove sarà sottoposto a verifiche ed interrogatori. Pare che il nigeriano stesse cercando la fuga in Svizzera, e che gli inquirenti stiano già interrogando un suo connazionale.

Per il momento, l'unico arrestato rimane Innocent Oseghale, spacciatore nigeriano ventinovenne, il quale abitava nell'appartamento dove Pamela avrebbe assunto una dose di eroina. Ad incastrarlo le registrazioni delle telecamere di una farmacia, che hanno immortalato i due mentre camminavano insieme, e la testimonianza di un connazionale che l'avrebbe visto portare con sé i due trolley. Oseghale deve rispondere di vilipendio ed occultamento di cadavere, ma al momento non di omicidio, per il quale rimane indagato.

Com'è morta PameIa?

La terribile morte della giovane romana rimane ancora avvolta nel mistero. L'unica certezza, ad ora, è che il suo cadavere è stato straziato, fatto a pezzi, mutilato in alcune sue parti al fine di intralciare le indagini.

Il medico legale Mariano Cingolani, che ha svolto una seconda autopsia sui resti di Pamela, non è riuscito a dare una versione chiara e definitiva sul decesso della giovane. Stando ai risultati del suo esame autoptico, la vittima avrebbe sul corpo segni di violenza, inflitti probabilmente mentre era ancora in vita: una ferita alla testa e coltellate all'altezza del fegato.

Dunque, si allontana sempre di più l'ipotesi di morte per overdose, la più accreditata inizialmente. In questo caso Oseghale potrebbe non essere accusato di omicidio, ma per avere la certezza bisognerà attendere gli esiti dei delicati accertamenti scientifici.

Alla luce degli esami effettuati, il professor Cingolani afferma che chi ha sezionato il corpo della giovane avesse una mano "esperta", quasi chirurgica, e che abbia avuto una certa meticolosità nel sezionare il corpo, lasciando intendere che volesse depistare le indagini, impedendo le analisi cliniche.

Se così fosse, dietro questo efferato omicidio potrebbe esserci una violenza sessuale e altri complici che avrebbero aiutato il nigeriano ad uccidere la diciottenne e ad occultare il cadavere. La procura, per il momento, non si sbilancia e invita alla cautela.