Sono stati resi pubblici appena poche ore fa i nuovi particolari sull’autopsia compiuta sul corpo di Pamela Mastropietro, la ragazza romana barbaramente uccisa a Macerata, presumibilmente da un gruppo di nigeriani. Il 20% della sua pelle è stato asportato, forse per coprire le tracce di una precedente violenza sessuale. Ma a preoccupare magistrati e inquirenti sono altri particolari che non tornano, 4 dubbi in particolare che rischiano di cambiare il volto dell’inchiesta. Vediamo quali sono.
Le indagini del Ris
Terminate, almeno per il momento le autopsie sul corpo di Pamela Mastropietro, si attendono ora con trepidazione i risultati delle rilevazioni scientifiche dei carabinieri del Ris, effettuate sul luogo del delitto, l’appartamento di via Spalato a Macerata.
Qui gli uomini del Reparto Investigazioni Scientifiche dell’Arma hanno rinvenuto centinaia tra impronte e tracce biologiche a cui deve essere ancora assegnata una paternità ufficiale. Il lavoro del Ris è ritenuto fondamentale dal Giudice per le indagini preliminari Giovanni Maria Manzoni, secondo il quale i risultati dello stesso potrebbero “aggravare il quadro indiziario” nei confronti dei tre nigeriani al momento indagati e detenuti, oppure, al contrario, minare questo quadro, confermando l’estraneità ai fatti di uno dei presunti autori dello scempio sul corpo di Pamela: Desmond Lucky.
Il ruolo di Desmond Lucky
Il 30 gennaio scorso, nelle 12 ore successive al delitto, infatti, lo smartphone di Desmond Lucky risulta aver effettuato ben 90 telefonate, “senza significativi periodi di silenzio”, scrive il Gip.
Circostanza non compatibile con la presunzione investigativa che Lucky, insieme ai suoi complici, stesse facendo a pezzi e ripulendo il cadavere di Pamela. Insomma, nonostante le pesanti risultanze indiziarie che hanno convinto i giudici a tenere in carcere il giovane nigeriano, Desmond Lucky potrebbe essere innocente. Circostanza che rappresenterebbe una vera svolta nelle indagini.
Chi è Anthony Anyanwu?
Così come sarebbe una svolta il possibile coinvolgimento di un quarto uomo, sempre di nazionalità nigeriana. Il suo nome è Anthony Anyanwu ed è la persona a cui uno degli indagati, Innocent Oseghale, telefonò per raccontargli che Pamela Mastropietro si era sentita male per colpa di una overdose, sollecitandolo anche a chiamare un’ambulanza.
Circostanza mai verificatasi. Secondo il Gip Manzoni, infatti, quello ricoperto da Anyanwu potrebbe essere un”ruolo non privo di ombre”, ancora confuso a causa della difficoltà di traduzione dal nigeriano all’italiano delle conversazioni degli indagati.
Qualcuno ha infastidito Pamela nella comunità di Corridonia?
Oltre ai tre dubbi appena elencati, ce n’è un quarto, emerso grazie alla denuncia dei genitori di Pamela. Dopo essere riusciti ad ottenere la cartella clinica della figlia, relativa alla sua permanenza nella comunità di recupero per tossicodipendenti gestita dalla onlus Pars a Corridonia, i coniugi Mastropietro si sono convinti che, come denunciato dalla ragazza stessa, qualcuno l’abbia infastidita durante quel periodo.
In che modo, però, non è dato saperlo. Forse con molestie sessuali talmente gravi da spingerla a fuggire? E poi, perché Pamela acquistò una siringa in una farmacia di Macerata se non l’aveva mai utilizzata per iniettarsi eroina, visto che aveva il terrore degli aghi?