Gli errori grammaticali e gli strafalcioni linguistici, a quanto pare, non sono prerogativa degli studenti più somari. A Santa Maria di Sala (Venezia) una maestra è stata licenziata perché scriveva Scuola con la q (e commetteva altri "orrori" ortografici).

Il caso

Sembra una barzelletta, ed invece, è tutto drammaticamente vero. Il caso, riportato da La Nuova di Venezia risale a 3 anni fa. Anno scolastico 2015/16, la maestra d'italiano di due classi prime della scuola elementare Papa Sarto di Veternigo, in quel di Santa Maria di Sala (Venezia), sembra avere seri problemi con la grammatica italiana: scrive, infatti, scuola con la Q, sciacquone senza C, mette le doppie dove non servono e le toglie dove, invece, sono indispensabili.

Insomma, un disastro. Soprattutto se si considera che i bimbi che frequentano la classe "assorbono" come spugne quanto gli si dice e rischiano di rimanere ignoranti.

I genitori preoccupati, allora, quadernoni alla mano, fanno notare la cosa alla dirigente scolastica Bertilla Mason e decidono di tenere i loro figli a casa: tanto non imparano nulla (o peggio, quello che imparano è assolutamente sbagliato). E così, per ben 8 giorni, i 39 alunni delle classi 1A e 1B non vanno a scuola. E, in segno di solidarietà, anche le altri classi scioperano qualche ora. Intanto, la dirigente scolastica segnala il problema all’ufficio scolastico territoriale regionale e la maestra viene messa sotto ispezione.

E, in quel momento, si scopre che la docente non era nuova a provvedimenti di questo tipo: era già finita sotto ispezione nel 2011, quando insegnava nella primaria di Sant’Angelo.

La maestra ritenuta inadeguata all'insegnamento dai genitori era stata sospesa fino al 17 marzo 2016: oltre agli errori grammaticali, infatti, su di lei pendeva un provvedimento disciplinare poiché aveva lasciato uscire da scuola una ragazzina senza l'autorizzazione dei genitori.

Nel frattempo, inoltre, venne avviata la procedura per il licenziamento e la maestra ricevette una dispensa dall’insegnamento per “asserita incapacità”. La docente, decise di fare ricorso al Giudice del Lavoro, ma senza successo: il Giudice lo ha, fortunatamente, respinto e il Ministero dell'Istruzione ha confermato il licenziamento.

Il precedente

Il caso di Venezia, però, non è cosi isolato. Qualcosa del genere, infatti, è successo a Casciana Terme Lari, in provincia di Pisa. L'insegnante di una classe terza, non solo non correggeva gli errori nei compiti in classe, ma ne aggiungeva. I genitori, dunque, hanno segnalato il caso al dirigente scolastico che, per limitare i danni, ha declassato la docente a "maestra d’appoggio", con orario spalmato su più classi.