Stava attaccando un manifesto al tabellone delle affissioni elettorali quando quattro uomini lo hanno aggredito e picchiato selvaggiamente. E' accaduto questa notte a Livorno. La vittima è un militante di casapound Italia del quale al momento non si conosce il nome: è accaduto nella notte. Si trovava all'incrocio tra la centrale Via Garibaldi e via Galilei, in auto lo attendeva la compagna incinta.

Mentre stava lavorando di colla e secchiello, quattro individui incappucciati lo hanno assalito prendendolo a bastonate. Non contenti hanno sfondato i vetri dell'auto, all'interno della quale era seduta la compagna che, per fortuna, è rimasta illesa.

L'uomo, prontamente soccorso, è stato immediatamente trasportato in codice rosso all'ospedale di Livorno. Adesso si trova ricoverato in prognosi riservata e, a causa delle bastonate ricevute alla testa, rischia di perdere un occhio.

La reazione di Simone Di Stefano

Durissimo il commento di Simone Di Stefano, il candidato presidente del movimento della tartaruga attraverso la pagina Facebook ufficiale di CasaPound Italia. Dopo aver espresso la solidarietà sua e di tutto il movimento per il militante aggredito, si è scagliato contro il Ministro dell'Interno Minniti, chiedendosi cosa ancora debba accadere affinchè chi di dovere intervenga per fermare i continui attacchi ad i suoi esponenti impegnati ad affrontare la campagna elettorale per le prossime elezioni del 4 marzo.

Di Stefano prosegue definendosi stupefatto che le più alte cariche dello Stato lancino allarmi su di un pericolo fascista mentre gli atti violenti provengano tutti da quello che si può definire il 'fronte opposto', colpevole di aver lanciato delle vere e proprie cacce all'uomo e di vantarsi pubblicamente di pestaggi definiti brutali.

Il leader del fronte sovranista ricorda che quello della scorsa notte a Livorno non è che l'ultimo episodio di una lunga serie di atti che definisce vigliacchi. Da Piacenza a Torino, passando per il Veneto e Palermo, Di Stefano denuncia come i vecchi partiti stiano cedendo ai ricatti dei violenti.

Quello di ieri è l'ultima di una lunga serie di episodi violenti ed antidemocratici - conclude - che non fermeranno un movimento che si è organizzato ed ha lavorato in questi anni per presentarsi democraticamente alle elezioni al fine di cambiare l'Italia con una vera attività politica alla luce del sole.