Bologna, 22 marzo. Un ragazzo quindicenne si è suicidato lanciandosi dal settimo piano della sua palazzina nella zona periferica della città emiliana. Nella classe del giovane, tristezza e sgomento aleggiano indistinte, mazzi di fiori sono stati posati sul banco dell'amico scomparso. Quei fiori li hanno lasciati proprio i compagni del ragazzo, che da giorni si stanno domandando come abbiano potuto non accorgersi che quelle prese in giro gravavano in modo ingente sul quindicenne.

Le motivazioni di quelle continue prese in giro, fuori e dentro scuola, erano di natura futile ed insensata, come il modo di camminare del giovane o qualche chilo di troppo rispetto ai suoi coetanei, o perfino la squadra del cuore che era proprio il Bologna.

Ai fastidiosi scherzi quotidiani si sarebbero aggiunte anche una serie di delusioni personali subite dallo studente, aggravate forse dal trapianto subito dalla Sicilia al Nord.

Non sono ancora chiare, però, le cause che hanno spinto l'adolescente a suicidarsi. Solo in seguito ad una dichiarazione di un amico sulle stories di Instagram, infatti, sarebbe stata presa in considerazione l'ipotesi del bullismo. "Sarete contenti adesso... maledetti bulli", così recitava il suo intervento sui social, pubblicato il giorno seguente alla tragedia. Il padre del quindicenne suicida, avendo preso visione del messaggio, si sarebbe diretto immediatamente dai carabinieri, i quali hanno convocato in caserma familiari, compagni di scuola e l'ex fidanzata del ragazzo.

Il caso aperto, per il momento, resta senza ipotesi di reato: i pm rimangono cauti sull'opzione bullismo, non escludendo alcuna causa, anche quella della delusione personale.

Il bullismo come annullamento di sé

"Il bullismo è il fenomeno che accade quando uno studente è prevaricato e vittimizzato ed esposto ripetutamente, nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da uno o più compagni".

Questa è la definizione di bullismo data da Dan Olweus, che nel 1993 è stato il primo scienziato a studiare in maniera attiva e sistematica le caratteristiche di questa terribile piaga. Tuttavia, non è possibile generalizzare il bullismo attraverso un'unica modalità di azione, poiché ne esistono varie forme, modificatesi in base all'avanzamento della società e della tecnologia racchiusa in essa.

Prese in giro, minacce ed offese sono solamente la prima delle varianti; uso della forza e botte rappresentano quello che viene generalmente chiamato bullismo diretto, mentre l'esclusione da un gruppo o da una classe viene definito bullismo indiretto.

Con l'avanzare dei tempi è emerso anche il bullismo informatico, meglio conosciuto come cyberbullismo, consistente nell'attacco continuo e molesto perpetrato attraverso gli strumenti di rete. In ogni sua forma, questo deplorevole fenomeno ha l'intento comune di escludere ed emarginare senza tener conto del mezzo di azione. Di solito comporta l'allontanamento e il maltrattamento di chi viene considerato "diverso" dagli altri. Il singolo viene escluso dalla massa considerata "uguale ed omogenea", e per questo sottomesso da un coetaneo spesso bisognoso di approvazione e "potere".

Di questo evento ne abbiamo avuto un esempio nel caso sopracitato, ove un ragazzino veniva schernito insistentemente per motivi di natura banale. I compagni di classe che stanno prendendo parte a campagne di sensibilizzazione verso questo tema, non si tirano indietro di fronte a questa possibilità, ma rimpiangono solamente di non essere riusciti a cogliere in tempo lo stato d'animo dell'amico, non riuscendo ad aiutarlo.