A Cesena, è stata evitata una tragedia. L’arrivo fortuito della badante ha impedito ai due anziani, per cui lei lavorava, di morire dissanguati. Entrambi vicino agli ottanta, entrambi malati. Nessun incidente involontario: il marito avrebbe reciso le vene alla moglie, per poi rivolgere la lama contro sé stesso. Dietro tale gesto non c’è nessuna grave situazione economica o familiare. Infatti, la coppia era accudita da una badante e aveva dei figli, che ormai vivevano la propria vita, senza però lasciare i genitori in solitudine. All’apparenza un quadro piuttosto comune.

Tuttavia, il problema principale dei due coniugi era la malattia, che li ha consumati dall’interno fino a portare il marito a compiere un gesto del genere.

Quella che stava peggio era la moglie, accudita ormai da anni dal consorte che, però, nell’ultimo periodo, aveva iniziato ad accusare qualche colpo. È proprio questa situazione esasperante di malessere ad aver messo in mano il coltello all’anziano signore. Non è raro un quadro di questo genere. La fatidica diade omicidio-suicidio spesso si verifica a carico di persone avanti con l’età, sfinite dalla malattia, fisica o mentale che sia. Solitamente è l’uomo a compiere il gesto, anche se in questo caso specifico, non è tanto una questione di sesso quanto di forza.

La moglie era troppo malata per essere in grado di compiere un simile atto.

La coppia si trova ora in ospedale, sopravvissuti entrambi, hanno superato il peggio, anche se ancora si trovano in una situazione di salute difficile, ma non grave. Il marito è accusato di tentato omicidio, anche se visto il contesto nonché l’età, il suo legale provvederà a richiedere una pena minore e cercherà di evitare l’imprigionamento del suo cliente.

Omicidio altruistico?

L’omicidio-suicidio si riscontra spesso nei fatti di cronaca, i cui protagonisti solitamente sono gli anziani, ma anche madri che avrebbero ucciso i loro figli [VIDEO] nel tentativo di “salvarli”. Salvare l’altro. È proprio questo il punto di partenza dell’omicidio altruistico, tipologia frequente in questo tipo di casi.

È così chiamato perché è spinto non da ira o vendetta, ma dal desiderio di aiutare l’altro, di porre fine alle sue sofferenze. A Cesena, il quasi ottantenne avrebbe visto nella morte l’unica fonte di liberazione per la moglie, dopo averla assistita nella malattia giorno dopo giorno, anno dopo anno.

Ma perché spesso sono coinvolti gli anziani? Non è un caso: l’età avanzata rende gli individui sempre meno capaci di sopportare e affrontare situazioni faticose come uno stato perpetuo di malattia, che si aggrava quando subentra la consapevolezza dell’impossibilità di una guarigione. Nella persona che ha a carico l’altra, quindi, serpeggia un forte senso di incapacità, di inadeguatezza davanti a una situazione così gravosa, da cui deriva la sensazione di essere impotenti e sconfitti.

Questo turbine di sentimenti negativi fa leva sull’individuo anziano, già debole e stanco, facendogli credere che l’unico modo per salvare il o la consorte, ma anche sé stesso, dal peso della malattia sia la morte. Nel caso di Cesena, il marito si è sentito responsabile dello stato in cui viveva la moglie debole e ha voluto porvi rimedio. Ma spesso in queste situazioni si crea un forte stato di simbiosi all’interno della coppia, tanto che in Emilia-Romagna il tentato omicidio della moglie è stato seguito dal tentato suicidio del consorte.

Suicidio allargato?

Si parla di suicidio allargato, se questo segue l’omicidio di un amato componente della famiglia. Colui che arriva a compiere un gesto simile, solitamente si sente responsabile della condizione in un cui vive l’altra persona.

Ritenendosi o la causa dei mali o comunque incapace di porvi fine, vede nel suicidio l’unica via di uscita, l’unica “forma di riscatto”. In questa “corsa” verso la salvezza e la liberazione, però, non è da solo. Infatti, l’omicidio della moglie, nel caso specifico di Cesena, o più in generale del partner, dei figli o di altri famigliari è un modo che l’individuo escogita per difenderli dai mali. Non vuole abbandonare l’altro da solo a soffrire. Il suicidio [VIDEO], allora, sembra essere causato da due motivi: quello iniziale di liberazione e quello nato a seguito dell’omicidio. Infatti, subentrerebbe l’impossibilità di sopravvivere al dolore, a cui porta l’uccisione di una persona a cui si era legati, e di continuare a vivere con la consapevolezza di aver compiuto un crimine del genere.