È finita in tragedia il sequestro da parte di un appuntato dei carabinieri delle sue due figlie. Tutto avviene all’alba di mercoledì 28 febbraio, a Latina; subito dopo il turno di lavoro, Luigi Capasso, si reca a casa della moglie dove la ferisce gravemente con un paio di colpi sparati dalla sua arma di ordinanza. Dopodiché si è barricato in casa, con le due figlie di 7 e 13 anni, per un totale di 9 ore. Insufficienti i tentativi da parte dei negoziatori di tirare fuori vive le bambine da quella situazione. Il tutto si è concluso con il suicidio del padre e la morte delle due bambine, uccise probabilmente mentre dormivano.

A quanto risulta dalle indagini, Capasso aveva l’abitudine di registrare le telefonate e, grazie al programma televisivo "Quarto Grado", è stato possibile trasmettere una conversazione tra l’uomo con la moglie prima e con una delle sue due figlie Alessia dopo, in cui viene palesato l'intento dell'uomo di portare le figlie al Parco Incantato delle luminarie di Ariccia, nonostante, mentre il padre rassicura la ragazzina che non le avrebbe fatto del male, Alessia si mostra incerta e spaventata. In tutto questo, Antonietta vorrebbe che il marito si facesse seguire e curare da uno psicologo, accettando la separazione per il bene delle figlie. La domanda che sorge subito spontanea è, a questo punto: com’è possibile che un tentato omicidio ai danni della moglie si trasformi in un doppio figlicidio e si concluda con un suicidio?

Omicidio passionale

Nel nostro caso non si tratta, per fortuna, di omicidio, ma l’intento di Capasso era sicuramente quello di uccidere. Il purtroppo famoso “omicidio passionale” è una tipologia di assassinio che può scaturire da diverse cause, una tra le principali è sicuramente la gelosia. Una personalità gelosa è caratterizzata dalla pretesa di possedere unicamente per sé l’oggetto amato e, a volte, l’omicidio diventa uno strumento per riaffermare la propria superiorità e il proprio valore sulla vittima.

Un’altra causa, in parte sempre legata alla gelosia, è la separazione dal coniuge. Un lutto amoroso, non elaborato in una giusta misura, porta a un tentativo di ricongiungimento con il partner, che nei peggiori dei casi, può diventare un attacco aggressivo-omicida, accuratamente elaborato e freddamente preparato.

Omicidio-suicidio

Non si sa esattamente cosa ci possa essere di oscuro nella mente di un uomo che compie due omicidi e poi si suicida. Ciò che possiamo dedurre è che il suicidio successivo all’omicidio è legato a una componente affettiva di legame con la vittima. Anche se a prima vista si possa far ricollegare questa tipologia di assassinio a fattori di depressione, sarebbe forse meglio parlare di disperazione in cui la componente psichica dell’attore è improntata alla negatività della condizione futura; gli individui prendono coscienza che il suicidio è ormai l’unica via per prevenire un futuro che appare tormentoso.

Una partita a scacchi

Ogni caso di sequestro è come una partita a scacchi, da una parte c’è il negoziatore dall’altra il sequestratore, non si può sbagliare perché nella maggior parte dei casi ci sono in ballo vite umane.

Un buon negoziatore deve essere un abile ascoltatore e deve comprendere in modo attento i bisogni dei carnefici, ma soprattutto, più di ogni altra cosa, deve saper bilanciare le concessioni e i rifiuti. Poche le regole d’oro da seguire: dilatare i tempi della negoziazione, cercare di ottenere sempre qualcosa in cambio per ciascuna concessione fatta e non concedere troppo o troppo in fretta. Non sempre però le cose vanno bene, soprattutto quando il suicida si è già convinto di farla finita.