Fotografo sbaglia le riprese durante la Comunione: la bimba cade in depressione, i genitori lo denunciano. Si tratta di una famiglia cattolica. Anzi, cattolicissima. Una di quelle estremamente legate alle tradizioni religiose, come la Prima Comunione. Tanto che per la loro figlia di 9 anni, durante il giorno del suddetto sacramento, organizzano una bella cerimonia con tanto di filmino mentre la piccola prende l'ostia dal prete. Tuttavia, il fotografo - che è stato imposto dalla Parrocchia di riferimento - non riprende la bimba durante la celebrazione.

E non avvisa i familiari dell'errore. Così, terminato il tutto e pagato il lavoro, i genitori tornano a casa ignari dell'errore commesso. Ma quando hanno visto il filmino, è scoppiato il putiferio. La bimba, dichiarano il padre e la madre, "cade in stato depressivo, in preda all'ansia e allo stress". E per questo motivo, considerando anche il loro stato di agitazione e ancor di più il fatto che non siano stati avvisati dell'errore da parte del fotografo, hanno preteso un risarcimento da parte dell'operatore. L'uomo è stato così denunciato, e durante la causa civile è intervenuto il Giudice di Pace di Torre Annunziata a dare il verdetto.

Risarcimento alla famiglia di 4.840 euro, metà dei quali devoluti alla Parrocchia

Il Giudice di Pace di Torre Annunziata ha tenuto conto della profonda radice cattolica della famiglia e, al tempo stesso, del fatto avvenuto. Ha dovuto giudicare un lavoro eseguito che non rispettava le richieste del committente e, inoltre, il suddetto non è stato avvisato dell'errore a lavoro compiuto.

A tutto questo, poi, si aggiunge il danno morale inferto alla bambina e alla famiglia. Stando alla sentenza del Giudice di Pace, insomma, la somma che il fotografo dovrà restituire, compresi gli interessi, ammonta a 4.840 euro. Questa cifra è scomponibile nel seguente modo: 70 per il lavoro svolto durante la Prima Comunione, 1570 euro a mamma, papà e figlia, 1500 euro a madre e padre in quanto 'potestà genitoriale della minorenne', 1700 euro per ripagare gli avvocati che hanno lavorato per mettere in piedi la causa e giungere alla sentenza finale.

Ma alla fine, i soldi che giungeranno nelle tasche della famiglia e dei legali saranno dimezzati: dato che il fotografo ha duramente attaccato la Parrocchia, la quale - secondo lui - avrebbe imposto regole rigide per rispettare la sacralità del momento, il Giudice di Pace non solo non riconosce quest'accusa, ma fa sì che anche la Parrocchia venga risarcita con il 50 per cento di quei 4.840 euro.