Una sera come tante in casa all'ora di cena. Un padre ha preparato da mangiare per sé e le sue figlie. Tra le altre cose, ha messo in tavola anche un formaggio. Scene di vita normale, se non fosse che mercoledì sera accade un imprevisto che poteva avere ben altre conseguenze. Per fortuna è stato proprio quel papà, Alessandro Santoro, 36enne docente di scuola media a Melendugno, comune in provincia di Lecce, ad addentare un tomino. Un solo morso che sarebbe potuto essere mortale se mangiato dalle sue bambine: quel formaggio conteneva un bullone.

Tomino farcito con bullone di fabbrica

L'altra sera il professor Alessandro Santoro aveva messo in tavola un tomino, formaggio morbido originario del Piemonte. Appena aperta la confezione sigillata e integra, è stato lui per fortuna ad addentarlo. L'attesa sensazione di una soffice carezza per il palato, si è tramutata invece in una sgradevolissima percezione. Masticando il pezzo di formaggio che aveva in bocca, il professore ha avvertito qualcosa di duro, metallico e freddo che gli ha ferito una gengiva e per fortuna non gli ha rotto un dente. Dopo aver sputato l'amarissimo boccone, ha fatto l'assurda scoperta. Si trattava di un dado di bullone di un centimetro di diametro rimesso nella confezione con tanto di boccone masticato.

Disgusto, incredulità, rabbia, sono stati i sentimenti prevalenti di questo cittadino, soprattutto perché ha pensato che per puro caso non hanno addentato al posto suo o prima di lui le figlie quel pezzo di formaggio: potevano ingerirlo e rischiare il soffocamento.

Denuncia ai Nas

Il tomino era stato comprato in un supermercato di Lecce dalla compagna del professore e, vista la morbidezza del formaggio, sarebbe stato destinato soprattutto ai figli piccoli.

Il protagonista di questa tragedia sfiorata è andato dai carabinieri e dai Nas, il Nucleo antisofisticazione, di Lecce a denunciare quanto gli era accaduto. Quindi ha consegnato ai militari il corpo del reato, quel bullone incapsulato nel formaggio che sono andati a fare un controllo al supermercato. A quanto pare, il lotto è stato confezionato in uno stabilimento in provincia di Bologna.

I militari hanno inoltrato una segnalazione ai Nas di zona in modo da contattare l'azienda che lo produce per verificare se ci siano stati o possano esserci malfunzionamenti negli impianti, e se già si siano stati casi analoghi in precedenza. L'insegnante protagonista suo malgrado di questa disavventura alimentare si è rivolto anche alla Federconsumatori di Lecce. Il legale dell'associazione, Francesco Stella, ha inviato un reclamo all'azienda e invitato i consumatori ad essere prudenti su ciò che acquistano e fare molta attenzione a tutto ciò che possa finire nelle mani dei bambini.