Oltre la morte, l'ultimo sfregio, l'offesa finale, l'umiliazione estrema verso una moglie tradita e annientata. Emergono particolari sempre più raccapriccianti della condotta di Luigi Capasso, l'appuntato autore della strage a Cisterna di Latina. La sua vendetta verso Antonietta Gargiulo la donna che aveva sposato 17 anni fa e gli aveva dato due figlie, è stata ferocemente articolata nei minimi dettagli. Nel suo demoniaco progetto di sterminio finale della famiglia, aveva pianificato tutto e pensato a tutti. Inclusa la donna con cui aveva una relazione extraconiugale alla quale ha lasciato una lettera.

Una delle cinque buste trovate dagli inquirenti nella casa della mattanza dove la mattina di mercoledì scorso ha ferito gravemente la moglie, ha ucciso a freddo le figlie Alessia di 13 anni e Martina di 7 per poi suicidarsi, era riservata proprio alla sua amante.

La busta sul letto matrimoniale

In questa atroce storia che ha sconvolto l'Italia intera, col passare dei giorni si sommano dettagli sconvolgenti che aggiungono orrore a orrore. Si è scoperto che l'appuntato, da cinque mesi fuori casa per gli episodi di violenza contro la moglie e costretto a dormire in caserma a Velletri, registrava le telefonate. In una di queste del 9 dicembre scorso, a poco più di due mesi dalla strage dice a moglie e figlie che non farebbe mai loro alcun male.

Ora si apprende che una delle cinque lettere scritte dal carabiniere prima della mattanza e portate con sé nella casa in cui non poteva più abitare, era indirizzata alla donna con cui aveva una relazione extraconiugale. Nella busta con il nome e cognome dell'amante, c'è un assegno di 5mila euro. A settembre Antonietta era stata aggredita con frasi impronunciabili e schiaffi dal marito fuori dal luogo di lavoro e aveva presentato un esposto alla questura di Latina.

Ma tra i motivi per cui aveva chiesto la separazione c'era pure che il marito oltre ad essere violento, era un adultero seriale. I tradimenti hanno scandito una storia matrimoniale sciagurata. Antonietta era a conoscenza di questa ultima relazione extraconiugale del marito, ne aveva parlato con le amiche. Proprio lei che credeva fermamente nella famiglia, impegnata nel gruppo di preghiera della parrocchia di San Valentino dove era stata anche catechista, esasperata aveva deciso di separarsi.

La prima udienza ci sarebe dovuta essere il 29 marzo. Nella telefonta diffusa lei dice al marito di essere stata "svergognata, tradita, maltrattata, picchiata" e di averglielo permesso. Sul letto matrimoniale, Capasso ha lasciato una lettera al fratello Gennaro con assegno di 10mila euro con cui pagare i funerali di tutti: il suo, quello delle figle e della moglie. Una lettera al padre e alla madre, una alla sorella e al cognato, e una alla sua amante. Ultimo gesto di disprezzo e odio verso la moglie che finalmente voleva emanciparsi, riprendersi la sua vita e la dignità di essere umano.

'Non doveva farlo'

In quel letto, simbolo di tutto ciò che Capasso non poteva più avere, l'appuntato ha anche lasciato un foglio con la scritta "non doveva farlo", riferita alla moglie considerata sua proprietà come le figlie.

E ai colleghi che dal balconcino dell'abitazione dei vicini ha ingannato per otto ore prima di suicidarsi, aveva detto:" Mi ha denunciato per quella lite in fabbrica, che disonore" lasciando affiiorare il nucleo del suo delirio. Un marito e un padre che non si carica delle sue gravissime responsabilità, ma si sente lui 'disonorato' al punto di uccidere le figlie accanendosi. Alla piccola Martina colta nel sonno sul letto matrimoniale, ha sparato tre colpi. Ad Alessia che terrorizzata non voleva più vederlo, ha sparato sei colpi, uno allo testa. Si era svegliata sentendo gli spari, era in piedi. Forse ha provato anche a difendersi dal padre diventato uno spietato killer.