Un traditore 'seriale' ossessionato dall'idea che la moglie potesse avere un altro uomo. L'appuntato Luigi Capasso aveva dato numerosi segni di squilibrio ma nessuno sembra essersene accorto, e aveva premeditato la strage familiare da tempo. L'uomo che mercoledì ha ferito gravemente la moglie Antonietta Capasso, si è barricato nell'abitazione di Cisterna di Latina uccidendo le figlie Alessia di 13 anni e Martina di 7 anni lasciando credere ai colleghi che fossero ancora vive per poi suicidarsi, aveva in mente di sterminare la famiglia da parecchio.

Nella casa della strage sono state trovate cinque lettere e un assegno per pagare le esequie. Negli scritti dà disposizione sui funerali e sulla vendita della casa. L'unica superstite di questo orrore, la povera Antonietta, è stata operata ieri ed è in prognosi riservata. Non si è ancora svegliata e non sa che le figlie sono morte. Intanto sono state aperte tre inchieste.

Cinque lettere e un assegno

A riprova che il raptus non esiste e che ogni volta che un uomo uccida c'è una escalation di violenze e un piano covato in testa da tempo, dopo la strage nell'abitazione dove ha ucciso le figlie per poi suicidarsi, sono state trovate in una grossa busta cinque buste più piccole sigillate contenenti cinque lettere e un assegno.

Capasso, di cui oggi si svolgeranno i funerali a Napoli, ha scritto ai fratelli e ai genitori dando dettagliate disposizioni dopo la morte di tutta la sua famiglia. Nelle lettere scritte forse nella caserma di Velletri, diventata la sua abitazione da quando cinque mesi fa aveva dovuto lasciare il tetto coniugale, spiega i motivi del suo gesto.

L'odio covato da quando la moglie aveva fatto l'esposto contro di lui e chiamato il 113 ha ispirato il progetto omicida-suicida. Quindi dà disposizioni sulla vendita della casa di Cisterna e sulla ripartizione del ricavato tra i parenti. Incarica un fratello di disdire i contratti di luce e gas. Ma la cosa più sconvolgente, è l'assegno da 10mila euro per pagare il funerale suo, della moglie e delle figlie.

Aveva pensato proprio a tutto.

Un adultero seriale ossessionato dalla gelosia

Lo ha raccontato un amico di famiglia ieri nel corso del programma "Pomeriggio Cinque". Capasso era un traditore seriale. In 17 anni di matrimonio ha sempre tradito la moglie. Antonietta lo aveva sempre perdonato, fino a che esasperata lo ha cacciato di casa. Capasso non solo la tradiva ma era anche violento per via di una gelosia ossessiva: non c'era stata solo l'aggressione in pubblico del 4 settembre davanti allo stabilimento dove la moglie lavorava, ma anche botte tra le mura domestiche alla presenza delle figlie. Però poi sapeva dissimulare molto bene indossando la maschera dell'uomo tranquillo, o pentito all'occorrenza.

Scrivendo alla moglie di amarla e raccontando ai colleghi che sì c'era una crisi coniugale in corso, ma si sarebbe risolta. Poi però la data fissata per la separazione giudiziale con addebito, il 29 marzo, gli ha fatto prendere coscienza di un percorso senza ritorno e l'odio è cresciuto come il desiderio di vendetta. Ma il pericolo non è stato percepito.

Tre indagini

Ora che tutto ciò che non doveva succedere è accaduto, ci sono tre indagini in corso per accertare responsabilità e omissioni: quella della procura di Latina, l'altra della procura militare e infine quella interna dell'arma. Esposti alla polizia la moglie ne aveva fatti due, messaggi d'amore alternati a minacce, pedinamenti e telefonate: di segni di pericolosità Capasso ne aveva dati tanti.

Ma quando a settembre aveva chiesto un alloggio alla caserma di Velletri perché si stava separando, mandato a visita era stato ritenuto idoneo. Eppure aveva già picchiato la moglie in pubblico. La donna era già stata due volte proprio nella sua caserma chiedendo aiuto ai suoi superiori. Unica 'precauzione': otto giorni di riposo consigliato. Quindi aveva rifiutato un supporto psicologico. L'esposto presentato dalla moglie in questura non è mai stato trasmesso all'Arma. L'appuntato è stato lasciato in servizio e armato. Nessuno ha disposto nuovi controlli per levargli la pistola d'ordinanza. Qualora venissero accertate responsabilità, indietro non si torna.