Una storia terribile arriva direttamente da Milano: una ragazzina, appena tredicenne, decide di spogliarsi davanti al cellulare e di inviare il video al suo fidanzatino. Chissà, forse "per piacergli di più" o forse solo perché ancora troppo ingenua per capire le conseguenze della sua azione; ma qualunque sia il motivo, è certo che a sua volta l'adolescente che ha ricevuto il video, decide di diffonderlo ai i suoi compagni di squadra di calcio, probabilmente per sentirsi più importante.
Siamo in una scuola media di Milano, alcuni anni fa, quando il video si diffonde solo in maniera contenuta.
La notizia arriva subito all'orecchio dei genitori della tredicenne, che decidono di non sporgere denuncia e di parlarne direttamente con i genitori del ragazzo in questione. La vicenda sembra sgonfiarsi e nessuno ne parla più; fino a quando, alcuni giorni fa, il video comincia a circolare all'interno del liceo che ad oggi i due ragazzi frequentano.
La punizione
In un liceo scientifico di Milano qualche settimana fa è tornato a circolare il video che ha per protagonista la ragazza allora tredicenne. Oggi frequenta la prima liceo e mai avrebbe pensato di dover tornare a parlare di questa storia. Questa volta il preside decide di non lasciare che la vicenda si sgonfi da sola e convince i genitori dell'adolescente a sporgere denuncia.
Detto fatto: alle prese con il ritorno di una storia che i due genitori avrebbero preferito dimenticare, questa volta capiscono che l'unico modo per permettere che i ragazzi non restino impuniti, è denunciare.
Stiamo parlando della pratica cosiddetta revenge porn, ovvero la condivisione di video intimi creati per restare privati.
Evidentemente così non è stato e il risultato è che ad oggi un'adolescente rischia di restare segnata a vita e dodici studenti del liceo sono stati sospesi. I ragazzi, che sono stati sospesi per dieci giorni, sono stati 'condannati' a lavori utili alla scuola e dovranno pulire il cortile, le aule e tutte le stanze dell'istituto.
La punizione può sembrare esemplare a livello scolastico, anche se ancora resta da capire cosa rischiano gli stessi a livello penale. Della vicenda infatti si sta ancora occupando il Tribunale di Milano.
Un altro caso di bullismo all'interno di una scuola; solo alcuni giorni fa era giunta ai doveri di cronaca la notizia di alcuni studenti che avevano deciso di legare la loro insegnante alla sedia e di picchiarla.
Purtroppo sono sempre di più le storie del genere che giungono alla cronaca. Ragazzi ignari di quelle che sono le conseguenze di errori del genere che non fanno altro che aumentare i casi di cyberbullismo nel nostro paese. Storie che spesso possono portare anche a dei finali tragici, come quella di Andrew Michael Leach, suicida a soli 12 anni.