"Non dimenticare di pregare per me. Sono in missione, ho bisogno delle vostre preghiere". È questo il messaggio che avrebbe inviato Alagie Touray la notte del 13 aprile scorso, ad un amico in Gambia. Il video contenente il giuramento di fedeltà al Califfato, invece, era stato mandato qualche giorno prima ad un paio di destinatari via Telegram. Secondo l'intelligence italiana e l'antiterrorismo, il giovane ventiduenne sarebbe stato sul punto di organizzare un attentato.

L'uomo, residente in Campania, sarebbe soltanto una pedina legata presumibilmente ad un giro internazionale di possibili attentatori.

In queste ore, gli investigatori starebbero cercando dei presunti complici.

Il video del giuramento

Touray era sbarcato in Italia il 22 marzo 2017 presso il porto di Messina. Successivamente era stato trasferito a Pozzuoli. Sul suo cellulare sarebbero stati rinvenuti 4 filmati inviati tramite la piattaforma Telegram. Il quarto ed ultimo video rappresenta, secondo il giudice, la versione definitiva, mentre i primi tre sarebbero stati respinti dal destinatario.

Nelle immagini, il ragazzo si riprende mentre recita la formula completa del giuramento al Califfato. Probabilmente, l'intento di Alagie Touray era quello di diventare un servitore dell'Isis, lo stesso percorso intrapreso da Anis Amri nel dicembre del 2016, quando si lanciò contro la folla ai mercatini di Natale di Berlino.

Gli investigatori hanno provveduto a sequestrare la fotocopia del permesso di soggiorno, un quaderno con degli appunti in lingua inglese e una sim araba.

L'ordine preciso

Subito dopo il fermo, il ragazzo aveva etichettato come "uno scherzo" l'intera vicenda. Il giorno dopo, invece, avrebbe ammesso: "Mi hanno chiesto di prendere un'auto e di investire delle persone, e mi avrebbero mandato dei soldi".

In realtà, tramite l'avvocato difensore Mariella Di Cesari, il giovane gambiano ha fatto sapere che non avrebbe mai organizzato l'attentato, chiarendo che tutti gli ordini gli sarebbero giunti esclusivamente tramite Telegram.

Le parole del gip

Secondo quanto riportato dal gip Isabella Iaselli, Touray avrebbe contattato il suo interlocutore in Gambia circa un mese fa, quando gli sarebbe stato chiesto di realizzare il video e di investire delle persone, dietro il pagamento di una somma di circa 1.500 euro.

Il ragazzo non avrebbe mai palesato la reale intenzione di uccidere, chiarendo che non l'avrebbe mai fatto. Pare, infatti, che avrebbe accettato principalmente per ragioni economiche. In merito al video, la giudice Iaselli ha confermato che ne avrebbe girati quattro, perché il suo contatto, contestandone la veridicità, glieli avrebbe rifiutati, costringendo il ventiduenne a realizzarne altri.