Questa mattina, nella sala gialla di Palazzo dei Normanni, si è svolta la presentazione del libro Morti bianche in Sicilia - cause, eventi e testimonianze, un libro di Ezio Bonanni, presidente dell'ONA (Osservatorio Nazionale Amianto). Nella locandina è stata scelta un'opera del pittore siciliano di impegno civile Gaetano Porcasi, artista che da decenni, attraverso il pennello, denuncia i soprusi che accadono nel territorio nazionale.
Il quadro del pittore Porcasi
Da tanti anni Porcasi, tra i diversi argomenti affrontati nelle sue opere, ha voluto mettere in evidenza lo stato in cui versa la regione siciliana in tema di Inquinamento.
Le malattie, causate dall'amianto, a volte possono anche manifestarsi dopo decenni. "Oggi non potevo essere presente all'evento. Sono davvero onorato di avere contribuito in questa grande manifestazione con la pittura presente nel manifesto e nel libro delle morti di amianto in Sicilia. Il pensiero espresso in quest'opera - ha aggiunto Porcasi - si divide in tre parti: una mano crocifissa, il sangue che sporca il tricolore nella parte centrale e in basso la corruzione (il male delle libertà a cui il popolo è stato spesso sottoposto)".
Collaborazione tra Gaetano Porcasi ed Ezio Bonanni
Tra l'artista siciliano e l'avvocato Bonanni c'è stato sempre un buon rapporto di amicizia e un'ottima collaborazione.
Per questo motivo sin da subito l'artista siciliano ha deciso di sposare la causa portata avanti da anni da parte di Ezio Bonanni, diventato un simbolo della lotta contro l'inquinamento. L'avvocato ha condotto tante battaglie per la tutela dei diritti di tanti lavoratori che hanno perso la loro vita, di molti che si sono ammalati e lo Stato non ha riconosciuto ancora i danni provocati dall'inquinamento dell'amianto.
Facendo un salto nel passato, lo stesso Porcasi ha svolto diverse lotte contro il fenomeno dell'inquinamento elettromagnetico. Infatti, nel 2008 ha raccolto circa 900 firme consegnandole al Comune di Partinico per regolamentare la presenza dei ripetitori nel centro abitato. Nel 2003 ha calato due striscioni di dieci metri sul campanile della chiesa madre di Partinico contro l'inquinamento atmosferico.
Nel 2000 ha fatto una serie di installazioni chiamate "I fiori del degrado" piazzando delle grosse margherite, realizzate in cartapesta, in mezzo alla spazzatura presente nelle zone periferiche della città. "Per me è un grande onore aver conosciuto Bonanni e sono soddisfatto che le mie battaglie non abbiano più un eco locale ma grazie a tante persone, tra cui l'avvocato Ezio Bonanni che ringrazio con affetto, sono diventare a carattere nazionale".