Stando ad alcuni report del dipartimento di sicurezza nazionale, il Cremlino avrebbe utilizzato il famoso antivirus di origine russa per "carpire" informazioni classificate americane. Sebbene Eugene Kaspersky (presidente e proprietario dell'omonima azienda) abbia negato una qualsiasi collaborazione con le istituzioni russe, il danno d'immagine arrecato alla compagnia in seguito a queste accuse, ha forzato la necessità di un nuovo piano aziendale mirato alla trasparenza.
La soluzione, secondo l'informatico russo, sta nel trasferimento di infrastrutture e logistica in Svizzera, che verrà effettuato entro il 2019.
Il "ban" da parte degli Stati Uniti
Ad ora, l'azienda di Kaspersky si è guadagnata una particolare indipendenza dal Cremlino, grazie alle recenti operazioni di rinvenimento e segnalazione di attacchi hacker sponsorizzati dallo Stato. Un recente passo intrapreso dal DHS americano (Dipartimento della Sicurezza Interna) ha però messo in difficoltà la software house russa con una norma che ne vieta l'utilizzo tra gli organi di intelligence statale. Si tratta, infatti, di un "ban" del sistema in tutte le agenzie federali e riservate, mirato a prevenire ulteriori attacchi da parte del Cremlino, sfociato in un licenziamento di massa da parte degli impiegati americani di Kaspersky Lab.
"Abbiamo determinato che (il software Kaspersky, ndr) presenta un'inaccettabile quantità di rischi, basandoci sulla nostra valutazione", ha detto Christopher Krebs (Senior ufficiale DHS) durante la conferenza stampa indetta in occasione di una riunione della Direzione Nazionale della Pianificazione e della Protezione.
Nel corso della stessa conferenza, però, ci si è aperti ad un eventuale dialogo, nel caso in cui Kaspersky Lab volesse aggiungere ulteriori informazioni o metodi per mitigare il problema.
Il trasferimento
Nella sua prima intervista dopo il blocco americano, Eugene Kaspersky ha negato tutte le accuse che lo vedevano inserito in un presunto sistema di spionaggio russo da parte del Cremlino, affermando: "ovviamente, se le accuse si dovessero rivelare autentiche, distruggerebbero il nostro business".
Inoltre, durante il suo intervento, il presidente dell'azienda russa ha spiegato i termini dell'iniziativa di trasparenza che sta intraprendendo, tra i quali anche il trasferimento in Svizzera.
Sebbene Anton Shingarev abbia dichiarato che il trasferimento non assicura all'azienda di evitare il blocco americano, il motivo principale dell'operazione vuole essere una maggiore disponibilità da parte del quartier generale di Kaspersky, nell'ospitare eventuali figure da altri Stati, interessate a verificare la trasparenza del prodotto. Insomma, il tentativo è quello di poter proporre una zona neutrale per accogliere eventuali soggetti interessati al progetto.