Dall'inizio del nuovo anno, è ormai all'ordine del giorno sentir parlare di violenza da parte dei genitori ai danni dei docenti. Secondo il giornale "Repubblica", sarebbero saliti a 24 i casi che testimoniano le aggressioni contro gli insegnanti. Questo dato, tuttavia, considera solo quelle violenze emerse pubblicamente o denunciate.

Il tentativo di fermare la violenza

Per provvedere ad una situazione che si può definire critica e allarmante, i presidi e i pediatri hanno elaborato un documento e un sito web, eTutorWeb, che ha come obiettivo fermare l'aggressività dei genitori.

L'iniziativa, promossa dall'Associazione Nazionale Presidi di Roma e Lazio, prevede anche che gli stessi insegnanti seguano dei corsi di sopravvivenza grazie all'aiuto del Policlinico Gemelli e della Polizia Postale. Cercando di calmare gli animi dei genitori, i presidi e i pediatri hanno stilato 5 regole da seguire. Le regole esortano i genitori a non agire d'impulso e a riflettere prima di giudicare l'operato di un professionista. La seconda norma recita che non bisogna essere prevenuti nei confronti del docente, evitando tecniche manipolative, come il vittimismo. Ciò porta a ricordare che la comunicazione rappresenta sempre il metodo più efficace per la risoluzione di un problema. A causa della progressiva sottovalutazione del ruolo degli insegnanti, spesso si compie il grande errore di non prendere in considerazione le segnalazioni del docente.

I presidi e i pediatri esortano, infatti, i genitori a minimizzare quando è possibile, ma a porre forte attenzione alle indicazioni dettate dai professionisti. Ultimo punto della lista di regole è il consiglio di silenziare i gruppi WhatsApp tra i genitori, spesso usati per fomentare la rabbia e malcontento tramite informazioni errate.

L'uso negativo dei social

I social, in particolare WhatsApp, rappresentano il modo più semplice ed immediato per facilitare la comunicazione tra utenti. Vi sono moltissimi genitori che creano gruppi per consentire la diffusione immediata di notizie tra la Scuola e le famiglie. Il problema si pone quando questo efficace mezzo di comunicazione viene utilizzato in maniera errata.

Tramite WhatsApp è, infatti, facile incombere in fraintendimenti comunicativi che causano l'allarme tra le famiglie. Il Presidente dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, ha infatti sottolineato come WhatsApp, il cui obiettivo sarebbe quello di favorire la comunicazione, può creare problemi comunicativi. In particolar modo, i genitori spesso creano dei gruppi in cui vige ansia che porta all'esasperazione della realtà. L'esito di questo "effetto domino" è che viene sminuita e minacciata la figura dell'insegnante investito di una carica fondamentale.