Luigi Chierchia, aveva solo 21 anni, ed era un ragazzo molto conosciuto a Lettere, piccolo centro nel napoletano, figlio di un dipendente del Comune e amante della musica e dei motori. Aveva tanti sogni dentro di sé, come tutti i ragazzi della sua età, e ha iniziato a cercare lavoro subito, per poter essere indipendente e per poter realizzare i propri sogni. Il destino però ha preso una piega diversa per lui, e un tragico incidente ha messo fine alla sua giovane vita.
Cosa è accaduto
Luigi aveva iniziato da poco a lavorare presso un'azienda che realizza marmi, e il proprietario ha chiesto al ragazzo di dargli una mano per un lavoro di trasporto marmi al cimitero.
Ed è proprio lì che è accaduto il tragico e fatale incidente. Durante uno spostamento, il ragazzo è morto schiacciato da una grossa lastra di marmo. Ancora non sono chiare le dinamiche precise dell'incidente e carabinieri e inquirenti stanno lavorando durante per riuscire a ricostruire ciò che è accaduto, e se ci sono responsabili.
Il ragazzo è morto quasi subito, ed è stato accompagnato da un uomo di 40 anni all'ospedale di Castellammare di Stabia, ma il ragazzo al pronto soccorso è arrivato già senza vita.
Intanto è stato denunciato il proprietario dell'azienda, un uomo di 67 anni, indagato adesso per omicidio colposo.
Gli amici, i parenti, ed i paesi di Lettere e di Sant'Antonio Abate, si stringono vicino alla famiglia in questo grave dolore che li ha colpiti improvvisamente.
E' stato proclamato il lutto cittadino e gli amici stanno organizzando una fiaccolata in memoria di un ragazzo che non doveva morire.
I funerali si terranno sabato 5 maggio alle ore 11:00 presso la Chiesa di Sant'Anna a Lettere, dove la famiglia, i parenti, gli amici, e una folla di persone si stringerà per dare l'ultimo saluto al giovane Luigi.
L'ennesima morte sul lavoro
Luigi, è una delle tante vittime sul lavoro che ogni anno finiscono uccise da un lavoro che non dà sicurezze, che non rassicura, che non tutela, che non propone una crescita professionale, che non stimola e non motiva.
Luigi, come tanti altri, è vittima di un paese che non offre molte possibilità, così si finisce per accettare qualsiasi cosa, a qualsiasi condizione, perché è l'unico modo per poter avere un minimo di dignità o quell'indipendenza tanto ricercata; si finisce per accettare ore estenuanti di lavoro, con un salario minimo, piegati a fare po' tutto senza mai lamentarsi; si finisce per accontentarsi di quello che si trova e si finisce anche per perdere la vita.