È morta da pochi giorni e già non se ne parla più: Sana Cheema ha perso la vita in patria, dove era tornata per ritrovarsi con la famiglia, “per cause naturali” come dichiarato dai famigliari. In realtà dall’autopsia è emerso chiaramente che si è trattato di un omicidio, con la giovane italo-pakistana strangolata fino alla rottura dell’osso del collo, come dice il laboratorio forense del Punjab: si tratta quindi di un delitto d’onore, una bella parola per mascherare una tradizione tanto crudele quanto antica, quella dei matrimoni combinati. Sana infatti era stata promessa in sposa ad un uomo pakistano scelto dalla sua famiglia, ma questi non erano i piani della giovane bresciana (ufficialmente cittadina italiana da meno di un anno) la quale si è opposta alle nozze.

Un delitto d’onore

Sembrerebbe che il padre ed il fratello abbiano “dovuto” prendere provvedimenti per salvaguardare l’onore della famiglia, come vuole la tradizione musulmana in genere. Una scelta quindi dettata dalla tradizione del popolo pakistano quella di togliere la vita alla giovane donna, ma noi non siamo qua per giudicare il tragico evento né per puntare il dito contro i colpevoli; prima di farci un’idea sulla cosa cerchiamo di capire brevemente la psicologia culturale e dei legami famigliari nella cultura islamica. Piccolo appunto, non vogliamo giustificare il gesto della famiglia di Sana, ma cercare di capire come mai si è arrivati a questo gesto efferato.

La psicologia famigliare araba

Senza criticare una cultura intera, cerchiamo di paragonarle il concetto di famiglia musulmana con il nostro concetto di famiglia: il matrimonio combinato è una mossa politica, aberrata dai popoli occidentali perché non efficace nella creazione di un buon legame di coppia. Partendo da un legame così fragile esiste solo un modo per mantenere l’assetto della famiglia combinata: i figli, per amore di questi il padre non tradirà la moglie ed essa rimarrà a sua disposizione (non dimentichiamo che le donne nella cultura islamica hanno valore solo come mogli, non come donne sole).

L’accentramento delle attenzioni sui figli porta i genitori a rivestire interamente il ruolo di padre-madre a discapito del ruolo originale di marito-moglie, pertanto la presenza di un figlio almeno in casa è obbligatoria per mantenere l’assetto (di solito l’ultimo figlio lascia il nucleo famigliare molto dopo essere diventati adulti).

Come prevedibile, le figlie femmine sono spesso un problema per una famiglia, in quanto possono essere “richieste” come future spose da altre famiglie, senza grandi possibilità di replica, a differenza dei figli maschi che possono addirittura avere voce in capitolo sulla scelta della futura moglie. In caso di rifiuto, la famiglia della futura moglie verrà ricoperta di vergogna dalla società.