Un miracolo per chi crede, comunque una storia di coraggio, determinazione e fede. Evelina ed Elisabetta, nate il 23 agosto del 2017, sono state fino a qualche mese fa due gemelle siamesi. Erano nate attaccate all'altezza del fegato e condividevano anche una parte dell'intestino. Sembrava che per loro non ci fosse speranza alcuna di 'staccarsi' e di sopravvivere. Poi il il 31 gennaio scorso, la 'svolta': le piccole originarie di Cremona, sono state operate con un intervento eccezionale presso l'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Dopo la seconda nascita, ora che hanno quasi dieci mesi e sono due individualità distinte e separate, sono potute finalmente tornate a casa con la mamma Claudia e il papà Federico.

La scoperta dell'attesa di due gemelle

Il 14 marzo 2017 i futuri genitori sono andati dal ginecologo per monitorare la gravidanza di Claudia. Ed è stato quel giorno che in successione hanno avuto prima una bella notizia a cui ne è seguita un'altra sconvolgente. Hanno appreso che stavano aspettando due gemelle e subito dopo che erano attaccate. L'analisi della traslucenza alla dodicesima settimana che consente di evidenziare eventuali malformazioni nel feto l'ha rivelato. A quel punto Claudia e Federico sono caduti nell'angoscia e nello sconforto. Ma di contemplare la possibilità di abortire non se ne parlava proprio per nessuno dei due, uniti dallo stesso sentire e dalla fede. Tanto è forte questa fede che Federico, ex difensore in serie B del Mantova, nel 2014 a 33 anni si è ritirato dall'attività calcistica per realizzare il suo sogno: aprire un'agenzia di viaggi specializzata in pellegrinaggi religiosi dopo aver fatto un viaggio a Medjugorje con la moglie.

E così, dopo aver saputo che avrebbero avuto due gemelle siamesi, sono corsi da un sacerdote di un seminario di Cremona in cerca di assistenza spirituale e parole di conforto.

L'intervento e la nuova vita

La coppia, dopo aver rifiutato l'opzione dell'aborto, ha deciso di portare avanti la gravidanza. Alla nascita delle bambine, sono seguiti mesi lunghi e complicatissimi trascorsi prevalentemente in ospedale.

Mesi in cui la felicità di vederle in culla si alternava all'angoscia per le condizioni non naturali in cui erano costrette a vivere: non potevano essere allattate, cambiate o cullate come succede a tutti i neonati. Ma i genitori si aggrappavano alla speranza perché ogni giorno di vita era comunque una conquista. Poi la svolta quando lo scorso 31 gennaio le bambine sono state sottoposte a un delicatissimo quanto complicato intervento chirurgico.

Un evento straordinario dal momento che la possibilità di sopravvivenza ad operazioni del genere è stimata intorno al 50%. In Lombardia è stato il primo del genere, invece in pochi mesi è il terzo in Italia dopo altri due interventi eseguiti al Bambin Gesù di Roma ma su piccoli nati all'estero. L'operazione è stata eseguita dal chirurgo Maurizio Cheli con i colleghi Giuseppe Locatelli e Michele Colledan che hanno ricostruito i dotti biliari delle bambine per consentire loro di vivere separate . Dopo quattro giorni erano già fuori dalla terapia intensiva. A marzo erano state dimesse dall'ospedale per andare finalmente a casa a Cremona. Ora sono state nuovamente in ospedale, ma nulla di allarmante.

Si è trattato solo di un controllo di routine. Il decorso post operatorio è andato benissimo. Ed ora che le gemelline sono rinate, separate sono più che mai indivisibili. E la paura ha lasciato il posto alla gioia. Alle coccole di mamma Claudia e papà Federico che possono tenerle in braccio una alla volta.