E’ con un salto nel vuoto da un cavalcavia dell'autostrada A24 vicino Roma che due gemelli di 55 anni hanno deciso di terminare la loro vita. La triste vicenda risale a domenica 27 maggio, quando nelle prime ore della mattina è stata notata un'auto ferma su una piazzola di sosta e al di sotto del primo cavalcavia, poco lontano da Tivoli in direzione l'Aquila, sono stati ritrovati i due corpi. Non sono pervenute lettere o biglietti d’addio in cui si spieghi perché i due abbiano deciso di compiere questo folle gesto. Al momento rimane ancora da chiarire quale sia stato il movente che abbia spinto Bruno e Francesco a lanciarsi nel vuoto, facendo un salto di oltre 50 metri.

I due fratelli stavano attraversando un momento difficile della loro vita: pochi giorni fa è morta la madre, a cui entrambi erano molto legati. Tra le varie ipotesi, la più accreditata è quella che abbiano deciso di porre fine alla loro vita poiché non riuscivano ad accettare la scomparsa della madre. I due gemelli hanno perciò scelto di rimanere uniti anche nell’ultimo giorno della loro vita: involontariamente si sono trovati a nascere lo stesso giorno e volontariamente hanno deciso di morire insieme.

Il legame gemellare

Questa vicenda riaccende l’attenzione su un tema considerato da sempre particolarmente affascinante, oggetto di indagine sin dall’antichità: il legame gemellare. Le ricerche della “psicologia dei gemelli” definiscono tale legame come una situazione privilegiata anche se oggettivamente difficile.

Le dinamiche familiari sono maggiormente complesse quando si ha a che fare con due gemelli. Difatti, ciò che contribuisce a rendere unico il loro legame è dato dalla continua condivisione. In particolare i fratelli gemelli sperimentano la condizione definita di “madre divisa”. Nel legame simbiotico che il bambino instaura con la madre, necessario per la successiva costruzione del proprio sé, è costantemente presente “l’altro” che manifesta le sue stesse esigenze e bisogni.

Il bambino perciò impara a condividere la madre, definita da Kohut “oggetto-sé”, con il proprio gemello, andando ad instaurare un triangolo relazionale. Nonostante in questo “legame a tre” il lavoro si moltiplichi, la madre riuscirà comunque a sintonizzarsi positivamente con entrambi i figli, rispondendo in maniera più o meno tempestiva alle loro richieste.

I fratelli sperimenteranno, però, momenti di frustrazione, necessari ad ogni neonato per lo sviluppo della propria psiche. In questi momenti di disagio, dovuti ad un mancato soddisfacimento dei bisogni, i gemelli proveranno una profonda angoscia e un senso di annichilimento ma tutto ciò sarà reso meno “doloroso” grazie alle interazioni positive che sperimenteranno l’uno con l’altro. Durante la crescita la simbiosi gemellare si rafforza grazie ad una comunicazione profonda e immediata. E’ proprio a causa di questo profondo legame che si instaura tra i due, che a volte risulta difficile per loro la ricerca di un partner. Per paura che la nuova coppia vada a sciogliere l’unione fraterna, sono frequenti i matrimoni di gemelli con gemelle.