I carabinieri della compagnia di Corsico, comandati da Pasquale Pucca e Armando Laviola hanno ascoltato domenica sera, la confessione di Fabrizio Butà di 47 anni, italiano, originario della Calabria responsabile di omicidio. L'uomo, che si è costituito spontaneamente alle forze dell'ordine si è auto accusato di avere ucciso a colpi di pistola, sabato scorso, il senegalese Assan Diallo per motivi di gelosia. L'uomo ha anche già deposto alla presenza del giudice per le indagini preliminari, Christian Barilli.

La confessione del delitto

Domenica scorsa è avvenuta la svolta nelle indagini sull'omicidio commesso sabato scorso in via delle Querce a Corsico, un grosso centro in prossimità della città metropolitana di Milano, dove ha perso la vita Assan Diallo.

La vittima, un senegalese di 54 anni, di professione addetto alla sicurezza nei supermercati, con dei piccoli precedenti penali per altri reati, è stato infatti ritrovato senza vita in uno dei giardinetti a ridosso del centro urbano del paese, freddato a colpi di pistola. Prima della confessione di Butà si era ipotizzato un delitto a sfondo razzista. Ma quando il 47enne, già noto alle forze dell'ordine per avere ucciso nel 1998 con un fucile a canne mozze Domenico Baratta, si è presentato di sua spontanea volontà presso il comando dei carabinieri di Milano, si è compreso che il movente era passionale.

Il racconto dell'assassino

L'omicida ha raccontato davanti al giudice per le indagini preliminari, di avere visto il senegalese solo qualche ora prima del delitto, nei pressi del bar Erica a Corsico, dopo avere passato con la sua fidanzata Michela Falcetta la giornata in piscina ad Abbiategrasso, un altro paese in prossimità di Milano.

In quell'occasione l'extracomunitario aveva chiesto la somma di 5 euro alla sua compagna. Solo qualche ora più tardi l'immigrato, che saltuariamente svolgeva anche il lavoro di buttafuori, vedendo rientrare la donna nell'usuale luogo di ritrovo, le ha domandato ancora del denaro. Un atteggiamento che ha fatto infuriare non poco Butà.

Il reo confesso ha dato appuntamento all'africano nella villetta vicino al locale per risolvere 'i loro problemi'. Secondo l'indagato il 54enne senegalese molestava ripetutamente e da parecchio tempo la sua amante e l'uomo quindi avrebbe deciso di porre fine alla vicenda una volta per tutte. Michela Falcetta ha tentato invano di dissuadere il compagno a non fare gesti inconsulti, ma è stata spintonata e gettata a terra dalla furia del fidanzato.

Così, preso dalla gelosia e sotto l'effetto della cocaina, il 47enne ha preso la sua Beretta calibro 9, 21 ed ha sparato a brucia pelo almeno dieci colpi di pistola addosso a Assan Diallo, colpendolo più di 6 volte in faccia. Poi è fuggito via facendo perdere le sue tracce, lasciando il corpo dell'extracomunitario esanime a terra. Dopo il fatto l'omicida ha nascosto l'arma nel garage della sua fidanzata. La donna dalle prime ricostruzioni sembrerebbe non aver avuto un ruolo solamente passivo nella vicenda.

L'arresto

In seguito alla confessione avvenuta anche davanti il giudice preposto alle indagini, Fabrizio Butà è stato fermato per l'omicidio volontario del senegalese, aggravato da futili motivi.

Anche sua convivente di 36 anni, Michela Falcetta è stata arrestata per favoreggiamento personale, detenzione di arma illegale e possesso di stupefacenti. I militari dell'arma hanno infatti rinvenuto la pistola all'interno dell'autorimessa della donna e hanno riscontrato un ruolo di connivenza della stessa, per tutta la durata del reato in complicità con il suo compagno.