La giornata di domani, per molti studenti italiani, rappresenterà l'inizio ufficiale delle vacanze estive. Come sempre, durante gli ultimi giorni di Scuola, si svolge il classico rituale della foto di classe, durante il quale ci si inventa di tutto pur di realizzare un qualcosa che risulti originale. In un Liceo di Roma, però, una particolare fotografia ha dato vita a una serie infinita di polemiche.
La vicenda
Dieci ragazzi del Liceo Classico "Socrate" di Roma sono stati accusati di aver alzato il braccio destro durante la foto di classe, mettendo in scena il classico saluto romano.
Un simile atto ha scatenato ovvie polemiche. Gli studenti incriminati, infatti, non solo hanno rovinato la fotografia anche ai loro compagni, ma hanno realizzato un gesto di chiaro stampo fascista. In molti si aspettavano un deciso intervento da parte della dirigente scolastica Milena Nari che, però, ha deciso di "difendere" i soggetti in questione, archiviando il fatto nella tanto nebulosa quanto indefinita sfera della goliardia. Non solo, la stessa preside ha anche aggiunto che, siccome i ragazzi apparivano sorridenti e scherzosi, questi non avevano alcuna intenzione bellicosa né tanto meno fascista. Gli studenti, in seguito, parlando dell'accaduto, hanno confermato la versione fornita dalla signora Nari, la quale ha dichiarato che non verrà assolutamente indetto un consiglio straordinario.
Ma c'è chi non ci sta
Se la dirigente scolastica non sembra intenzionata a punire i ragazzi che hanno messo in atto il saluto romano, un gruppo di studenti e studentesse antifascisti, viceversa, ha promesso che la vicenda non finirà nel dimenticatoio. Questi, infatti, hanno emesso un comunicato stampa, nel quale chiedono espressamente a Milena Nari di condannare il gesto, non attraverso una severa punizione verso gli "accusati", ma con un incontro nel quale si esprima chiaramente la propria posizione contro ogni forma di fascismo.
La preside, però, si è appellata a una recentissima sentenza della Cassazione, secondo la quale il saluto romano non rappresenterebbe più un gesto chiaramente fascista se fatto con intento commemorativo e non violento. C'è la sensazione che, l'imminente conclusione dell'anno scolastico, farà rapidamente dissolvere la vicenda, con la speranza (soprattutto della preside) che a settembre tutti si siano già dimenticati del'accaduto.