Accade il 26 maggio nella stazione di Piacenza. Una donna canadese viene travolta dal Freccia Bianca, direzione Bari-Milano, e poi costretta, a causa dei traumi riportati, all’amputazione della gamba. A fare compagnia ai soccorritori del 118, occupati a soccorrere la donna riversa sui binari, un ragazzo che, presa visione della situazione, ha pensato di scattare un selfie con la tragica vicenda sullo sfondo.

26 maggio: cosa è successo

Guasto del treno o errore del macchinista? Le cause dell’accaduto non sono ancora chiare agli occhi della Polfer, Poliziaferroviaria, che ha da subito aperto un’inchiesta interna per fare luce sulla dinamica dell’incidente.

Da quanto emerge dalle prime indagini, la donna sembra essere scesa dalla porta sbagliata, che a quanto pare non avrebbe dovuto essere in funzione in quel momento, finendo travolta dallo stesso Freccia sul quale stava viaggiando fino a pochi minuti prima. In condizioni normali, dichiara Trenitalia, la porta non si sarebbe dovuta aprire, ma nonostante il guasto, e data la presenza di personale competente e incaricato al controllo delle porte, il treno, come molti nelle stesse condizioni, era autorizzato a circolare. Da parte di Ferrovie dello Stato una diagnosi scontata, per cui qualcosa sembra non essere andata nel verso giusto, nonostante l’aumento del personale a bordo.

La donna, soccorsa immediatamente dal 118, è stata poi trasportata in ospedale.

Qui, dove la situazione sembra essere ancora critica, è stata sottoposta ad intervento chirurgico, durante il quale le è stata amputata una gamba.

Il macabro gesto

Ad immortalare il giovane, impegnato a scattare un selfie con alle spalle la donna in fin di vita, è il giornalista Giorgio Lambri. La foto è stata poi pubblicata sul quotidiano Libertà.

Successivamente, il ragazzo, ancora con le dita a “V”, simbolo di vittoria, è stato bloccato dalla Polfer, identificato e costretto, con insistenza, a cancellare la foto dal suo dispositivo.

Gesto dal gusto più che discutibile, o mania social che ormai invade ogni aspetto della vita degli adolescenti? Sin dall’avvento dei social si è cercato di indagare i motivi dell’eccessiva passione nei confronti della diffusa pratica giovanile, ormai divenuta quotidianità.

Pensata addirittura come un disturbo mentale, la pratica è da considerarsi, invece, come un tentativo utile a condividere aspetti della giornata che possano descrivere sé stessi, e conforme alla personalità di chi si racconta.