E' morta dopo due settimane di agonia. Non ce l'ha fatta Antonia Lettieri, la donna di 72 anni che lo scorso 22 maggio era stata morsa da una vipera nelle campagne di Rofrano, in provincia di Salerno. Le sue condizioni erano apparse subito gravi. Era stata trasportata d'urgenza all'ospedale San Luca di Vallo della Lucania, ma aveva perso subito i sensi, e dopo aver avuto uno shock anafilattico non si era più ripresa.

Attacco in campagna

Lo scorso 22 maggio la signora si trovava nella sua proprietà agricola in località 'Croce nelle campagne' di Rofrano, piccolo centro nel cilentano, quando è accaduto l'incontro con un serpente che l'ha attaccata e morsa.

Era in compagnia del marito che - preoccupato - l'ha subito soccorsa. La coppia si trovava lì perché stava lavorando in un campo di grano. La vipera è comparsa tra la vegetazione, la donna se l'è trovata davanti e non ha avuto possibilità di evitarla, né di sottrarsi al morso. Il marito ha chiamato aiuto e subito si è mobilitata la macchina dei soccorsi. Dopo il primo intervento del medico del paese, sul posto sono arrivati gli operatori del 118 di Vallo con due ambulanze e l'elisoccorso. La donna, in stato di shock, ha perso coscienza ed è stata trasportata in codice rosso all'ospedale San Luca di Vallo di Lucania dove è giunta in gravi condizioni. Ricoverata in rianimazione, intubata ha trascorso due settimane di agonia.

Il morso della vipera ha determinato dopo l'arrivo in ospedale altre complicazioni, tra cui un'ischemia cerebrale. Col passare dei giorni le speranze dei medici dell’ospedale San Luca di riuscire a salvarla sono venute meno. In due settimane non si era mai ripresa e ieri pomeriggio è morta, probabilmente per arresto cardiaco.

Il tragico epilogo ha scosso la piccola comunità cilentana dove tutti si conoscono.

Punture mortali

Le vipere sono gli unici serpenti velenosi esistenti in Italia. In primavera e in concomitanza con la stagione degli amori escono dal letargo. Purtroppo in questi periodi è più elevato il rischio di un incontro ravvicinato, come è accaduto alla povera signora.

Di solito si allontanano se avvertono la presenza umana. Così non è stato in questo caso e l'aspide ha usato il suo veleno. Ad intensificare la gravità dell’avvelenamento, di solito non mortale, possono concorrere fattori quali età, peso corporeo e condizioni generali del soggetto colpito. Se anziana e debilitata, una persona è più a rischio. L'avvelenamento è più grave se è all'atezza di testa e collo, se il morso arriva in profondità, se la quantità del veleno è maggiore (come succede dopo il letargo quando di solito è più abbondante e denso), se la persona colpita si agita, perché allora il veleno entri in circolo più velocemente. Quasi un anno fa diventò un caso nazionale quanto accaduto a Massimiliano Stara, un cagliaritano di 45 anni morto in seguito alla puntura di un ragno violino il cui morso è velenoso.

Anche l'uomo stava lavorando in un terreno. Dopo tre mesi di agonia, è deceduto. Probabilmente il suo quadro clinico era già compromesso, ma la puntura gli ha prima consumato i tessuti di gambe e muscoli, ed ha leso fegato, reni e polmoni. Mentre lo scorso fine aprile, ancora la puntura di un ragno violino nel giardino di casa a Terni ha quasi mandato in necrosi il braccio di un 59enne. E' stato salvato dai medici del reparto di malattie infettive dell'ospedale della città umbra.