ragno violino: fobia, psicosi o cos'altro? Difficile capire cosa stia accadendo in questo momento in Italia dopo quanto avvenuto a Terni. La cosa certa è che gli italiani hanno voglia di sapere di più su questo argomento che, di colpo, li ha messi di fronte alla possibilità di potersi trovare un animale velenoso in giardino o addirittura nell'armadio.

Affinché gli eventuali timori vengano gestiti nel modo opportuno, occorre conoscere bene il tema, evitando paure che possano dare adito ad ingiustificati isterismi.

Ragno violino: le cose da sapere

Il fatto di cronaca ha in un certo senso fatto luce sulla possibilità di incontrare questo piccolo animale in giardino.

E non è una sorpresa: il ragno violino ama stare all'ombra e non al sole. La cavità di un albero o l'ipotesi di stare sotto a un masso rappresentano i migliori nascondigli per questa creatura, riconoscibile per la macchina a forma dello strumento musicale sul corpo. Ma non è solo in giardino che lo si può trovare. Qualora, ad esempio, si abbiano delle lenzuola conservate in una posizione troppo vicina al pavimento i rischi crescono e non solo in quel caso.

Qualora ci si dovesse accorgere di essere stati morsi, l'invito resta quello di lavare subito bene con acqua e sapone la parte colpita e successivamente rivolgersi immediatamente ad un ospedale o un medico. Affinché il veleno iniettato faccia effetto è necessario che passino almeno tre giorni, un arco di tempo sufficiente a gestire la cosa prima che potenzialmente possa portare a conseguenze letali.

Va comunque sottolineato che individui a livello immunologico sani, hanno minori possibilità di ottenere complicanze.

Ragno violino, la testimonianza

Rocco è un ragazzo che è stato morso dal ragno violino in provincia di Lecce. E la situazione risulta piuttosto beffarda solo da immaginare, figurarsi a viverla. Prima di andare a dormire aveva posato i jeans su una sedia ed è proprio dentro i pantaloni che l'animale si è incuneato.

Rocco, secondo quanto dichiarato a scienze-naturali.it, non si è accorto di nulla, fino al dolore provato al momento della seduta in macchina. È probabile che proprio lì sia maturato il morso, 'All'inizio - ha detto - non capivo di cosa si trattasse. Ma subito mi è salita la febbre ed il dolore è diventato intenso. In ospedale mi hanno subito somministrato farmaci cortinosici, anticoagulanti e antibiotici'.

Le cose sono andate bene, se non fosse per il fatto che quattro mesi dopo Rocco è dovuto andare sotto i ferri per ricostruire i tessuti necrotizzati dall'azione del veleno del ragno che impedivano di richiudere la ferita. Ed è esattamente questa la parte più scioccante.