Il neo ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini ha affermato, nel corso di un intervento ad Agorà, su Rai Tre, che le istituzioni competenti valuteranno se sussistono i presupposti per la scorta in favore di Roberto Saviano, visto che lo scrittore trascorrerebbe molto tempo all'estero. Dopo aver evidenziato che lo scrittore campano gli suscita tanto affetto e tenerezza, il segretario federale della Lega ha detto che è necessario verificare come "gli italiani spendono i loro soldi". Salvini ha anche confessato che Saviano, ad oggi, è l'ultimo dei suoi problemi.

Le parole del neo vicepremier hanno suscitato un ampio dibattito sul tema delicato del mantenimento della tutela dello Stato in favore dell'autore del libro Gomorra.

Graziano Delrio: replica piccata a Salvini

Il primo a sussultare, dopo le parole di Salvini sulla scorta a Saviano, è stato Graziano Delrio, capogruppo dem alla Camera, che è disposto a rinunciare alla sua scorta per garantirla a Roberto Saviano. L'ex ministro dell'Interno, Marco Minniti, invece si è limitato a precisare che le scorte non si assegnano e non si tolgono in televisione, né tantomeno dipendono dalle simpatie e dalle antipatie degli organi politici. L'assegnazione di dispositivi di sicurezza per tutelare l'incolumità di soggetti a rischio, secondo l'ex titolare del Viminale, è soggetta a procedimenti ferrei e trasparenti, che coinvolgono diverse sfere istituzionali.

Se è vero, come ha sottolineato Minniti, che le procedure che portano all'assegnazione delle scorte sono estranee alla sfera Politica e devono rispettare determinati criteri, perché Salvini ha messo in discussione la scorta per Roberto Saviano? Alcuni ipotizzano che le dure parole del neo ministro dell'Interno rappresentino una secca replica alle recenti critiche dello scrittore campano verso le politiche 'salviniane' sui migranti e sul censimento dei nomadi.

Salvini dovrebbe combattere le mafie, non chi le denuncia: monito della Boldrini

Vari esponenti del centrosinistra contestano l'opinione di Matteo Salvini sulla protezione statale di Saviano. Ettore Rosato, vicepresidente dem della Camera, ha bollato le parole del vicepremier come "minacce inaccettabili" nei confronti di una persona che ha consentito allo Stato di conoscere meglio un sistema criminale pernicioso e ramificato.

Rosato ha ribadito poi che la scorta non è una concessione statale ma una protezione assegnata a chi è sottoposto alle minacce di camorra e mafia.

Laura Boldrini, ex presidente della Camera, invita invece il ministro dell'Interno a contrastare le mafie, non chi le denuncia. Mettere in discussione la scorta in favore di una persona intimidita dalle mafie, secondo la Boldrini, è proprio il contrario di quello che dovrebbe fare un ministro dell'Interno.