Succede anche questo, che un rapper auguri la morte a un ministro della Repubblica italiana. Da non sottovalutare il gesto di Gemitaiz, al secolo Davide De Luca, per le conseguenze penali che potrebbe avere. Tutto è partito da un post pubblicato sulla pagina Facebook del cantante italiano. Al quale sono seguite le risposte del diretto interessato, di Calderoli e, forse, della polizia postale.

Salvini ti auguro il peggio, se muori facciamo una festa

Queste le parole scritte nel post in oggetto, Il rap nasce come fenomeno di ribellione, certo, ma dove finisce il limite della libertà di espressione e dove comincia l'ombra del reato penale?

La provocazione del cantante sarebbe stata una conseguenza delle azioni del neo ministro dell'Interno Matteo Salvini sulla questione migranti. Dopo il rifiuto di far sbarcare i migranti stipati sulla nave Acquariius e la ferma decisione di 'chiudere i ponti', evidentemente il ministro leghista ha suscitato il risentimento del rapper italiano.

Salvini: 'Ma chi è 'sto fenomeno, secondo voi che problemi ha?'

Immediata, e ironica per la verità, la replica del ministro Salvini. Molto attivo sui social, il ministro ha risposto con toni che lasciano intendere di non essere affatto intimidito dalla velata minaccia. Anzi, Salvini scherza sulla popolarità del rapper, che ammette di non conoscere. Si rivolge poi ai suoi followers chiedendo se sappiano 'chi è 'sto fenomeno'?.

Gemitaiz non si è fermato all'augurio in effetti di pessimo gusto, oltretutto rivolto ad una delle massime cariche dello Stato.

Ha chiamato infatti a raccolta dal suo profilo Instagram i suoi colleghi del mondo dello spettacolo. 'Rapper, cantanti, attori, modelle e influencer, tirate fuori le palle e schieratevi. Siamo tanti anche noi', dice. C'è da chiedersi quanti lo seguiranno in queste esternazioni rischiose.

Calderoli su Gemitaiz e Salvini: intervenga la polizia postale

Non l'ha presa bene il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, collega leghista e amico personale di Matteo Salvini. Dalla sua pagina Facebook infatti non solo difende il ministro dell'Interno, ma chiede senza mezzi termini l'intervento della magistratura.

Anche lui punta l'indice contro la popolarità del rapper, che forse è molto noto tra i giovani ma non altrettanto tra il grande pubblico. Lo definisce un rapper semi sconosciuto, e soprattutto chiede pubblicamente l'intervento della magistratura e della polizia postale. Sulla pagina Facebook di Gemitaiz il post incriminato è sparito, ma si sa che quando si pubblica qualcosa quella rimane in rete. C'è da capire se secondo la magistratura il fatto costituisca reato e se verrà aperto un fascicolo contro il rapper.