'Ero sieropositivo, ma rifacendo gli esami del sangue non risultava più nulla'. Questa l'esternazione di Claudio Pinti, l'uomo - conosciuto da tutti come l'untore di Ancona - che sta prendendo spazio fra le notizie di cronaca per via del suo arresto, seguito alla denuncia dell'ex compagna per la trasmissione del virus dell'immunodeficienza. Quando un amico disse alla compagna che Pinti era affetto da HIV, lui si giustificò dicendo che in quel momento non lo era più. Inoltre diceva che l'HIV 'non esiste, è semplicemente un'invenzione (una balla): in realtà sono i farmaci ad uccidere'.

Parla la ex dell'untore di Ancona

La donna infettata si è però sottoposta agli esami di rito ed ha scoperto di essere stata contagiata da Claudio Pinti che ha poi deciso di denunciare. 'Mi sento defraudata e ingannata sulla mia Salute': questa la dichiarazione della vittima che da febbraio aveva una relazione con Pinti, che mai aveva voluto ammettere di essere portatore del virus dell'immunodeficienza. Per diversi mesi la compagna ha pensato di avere una forte sindrome influenzale e così si curava di conseguenza, mentre in realtà si trattava di uno stato di sieropositività. La conferma è arrivata dopo gli esami di laboratorio, effettuati proprio dopo che l'amico le aveva confidato che probabilmente il compagno (Claudio Pinti) era affetto da HIV.

Subito dopo aver saputo di quesa possibilità, la donna aveva cercato anche un confronto con Claudio Pinti, che però, spesso tramite messaggi WhatsApp, aveva sempre smentito il tutto aggiungendo blande spiegazioni sulla sindrome, che secondo lui altro non era che 'una balla usata per vendere farmaci che in realtà uccidono solamente gli affetti dalla sindrome'.

Per dimostrare all'amata la sua sincerità, come comunicato dai colleghi di TgCom24, l'uomo aveva anche inviato un video nel quale veniva inquadrato lui ed un test comprato in farmacia per appurare la positività o meno al virus dell'immunodeficienza.

Il parere dell'esperto

Peccato - per Pinti - che tutte queste scuse non siano servite a convincere la sua partner che alla fine ha deciso di denunciarlo alle forze dell'ordine che l'hanno recentemente arrestato.

A sottolineare l'assurdità delle affermazioni dell'uomo, sul Corriere, è intervenuto Marcello Tavio (direttore del reparto malattie infettive dell'ospedaleTorrette, Ancona): 'Pensare che l'HIV non determini l'AIDS è una delle false notizie più pericolose che potrebbero circolare'.