Il virus West Nile torna a far paura dopo dieci anni dalla sua comparsa in Italia: la cosiddetta febbre del Nilo, che si trasmette attraverso la puntura di zanzare infette, ha ucciso a Cento in provincia di Ferrara un anziano. La vittima, Paolo Bonazzi di 77 anni, aveva però un quadro clinico già molto compromesso perché era affetto da disturbi cronici cardiocircolatori. Dopo essere stato punto da una zanzara, l'anziano ha contratto l'encefalite ed è morto lo scorso 29 luglio all'ospedale di Cona. Nel Polesine, al confine con la provincia di Ferrara, in un mese ci sono stati già sei casi di contagi, ma il sindaco di Cento, Fabrizio Toselli, smorza l'ondata di allarmismo e precisa che di concerto con la Asl la profilassi è stata eseguita correttamente.

Decorso molto rapido per l'anziano

Il caso dell'anziano nella sua drammaticità fa però storia a sé. L'anziano era stato infatti ricoverato lo scorso 24 luglio a seguito di una caduta. Le sue condizioni erano critiche per via di patologie pregresse ed era stato trasferito all'ospedale Sant'Anna di Cona dove poi gli è stata diagnosticata una meningoencefalite provocata dalla West Nile, la febbre trasmessa dalla puntura di zanzare infette.

Il virus ha avuto un decorso rapidissimo anche a causa delle precarie condizioni di Salute dell'uomo. La complicazione neurologica importante che ha riguardato l'anziano, come chiarito da Marco Libanore, direttore del reparto di Malattie infettive dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara, sede Policlinico di Cona, si verifica solo nello 0,1% dei casi, una persona su 150.

A preoccupare maggiormente sono i pazienti fragili, con cardiopatie o problemi respiratori, come chiarito da Libanore. Mentre è vero che dal 2008 ogni estate nella provincia di Ferrara si registrano fino a 3-4 casi di West Nile, con l'eccezione del periodo 2010-11 e in Veneto è scattato l'allarme per insetti infetti.

Zanzare e West Nile, focus sull'infezione

Come chiarito dall'esperto, a rischio sono i pazienti con un quadro clinico difficile. L'infezione è generalmente asintomatica. Fra i casi sintomatici, invece, il 20% dei pazienti, dopo essere stato punto da zanzare, può avere febbre alta oppure mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, stati confusionali o difficoltà a restare svegli.

Nei casi più gravi, il virus può portare a convulsioni, paralisi, coma o, come è accaduto all'anziano deceduto, a un'encefalite letale. Di solito i sintomi scompaiono da soli in un periodo che va da qualche giorno a settimane. Nei casi di persone particolarmente debilitate è necessario il ricovero in ospedale con trattamenti di vario genere, compresi fluidi intravenosi e respirazione assistita.

Responsabili della diffusione del virus isolato per la prima volta nel 1937, sono uccelli migratori quali gazze e cornacchie che dall'Africa rientrano in Italia. Gli animali sono portatori dei germi patogeni per sei mesi: se in tale lasso di tempo vengono punti dalla zanzara comune, questa può essere contagiata e a sua volta trasmettere il virus all'uomo.

Prevenzione, non esiste ancora un vaccino

In mancanza di un vaccino per ora allo studio, la terapia migliore resta la prevenzione. Il principale accorgimento è quindi ridurre l'esposizione a possibili punture di zanzare. La raccomandazione valida per tutti è quella di difendersi con barriere fisiche quali le zanzariere o indossando abiti chiari e comunque lunghi a coprire gli arti, ma anche facendo uso di repellenti ed evitando l'acqua stagnante in sottovasi o fontane.