Un uomo di 77 anni è stato ricoverato al Policlinico di Cona (Ferrara) dopo aver contratto il virus West Nile, che gli è stato trasmesso dalla puntura di una zanzara infetta. Stando a quanto si apprende, l'anziano che presentava già dei pregressi problemi di natura cardiorespiratoria, è stato dapprima ricoverato a Cento a seguito di una caduta lo scorso 24 luglio.

Il giorno dopo però è stato trasferito presso l'ospedale di Cona a seguito del peggioramento delle sue condizioni di Salute. All'uomo viene diagnosticata una encefalite da West Nile, una complicazione neurologica importante che si è rivelata fatale.

A causa dei problemi sopraggiunti a seguito dell'infezione, che si sono sommati a quelli precedenti, le sue condizioni si sono aggravate portandolo al decesso.

Marco Libanore, che è direttore di malattie infettive dell'azienda ospedaliera di Ferrara, in una intervista rilasciata all'Adnkronos, spiega che a partire dal 2008 nella provincia di Ferrara si registrano fino a 3-4 casi di West Nile ogni estate, con la sola eccezione della stagione 2010-11. Libanore sottolinea che i pazienti che destano maggiore preoccupazione sono quelli già fragili, ad esempio con una cardiopatia o sofferenti di problemi respiratori.

Virus del Nilo: l'arrivo in Italia

Il nostro paese presenta il maggior numero di casi segnalati.

Questa patologia prende il nome dal distretto dell'Uganda, dove l'agente patogeno è stato isolato per la prima volta. Il serbatoio del virus è rappresentato dagli uccelli. Pertanto uomini, cavalli e altri mammiferi possono essere infettati da zanzare entrate in contatto con gli uccelli portatori del virus. L'infezione trasmessa all'uomo risulta asintomatica nella maggior parte dei casi, tuttavia in un caso su 150 può provocare una meningo-encefalite che si rivela spesso fatale, soprattutto nei soggetti anziani.

Dal 2008 è attivo nel nostro paese un piano di sorveglianza per la ricerca del virus, tra giugno e ottobre, nei campioni di zanzare e altri animali sentinella, ovvero gli uccelli e i cavalli. Dopo che il virus è stato isolato in Ungheria nel 2004 si ritiene che la variante 2 abbia raggiunto il nostro paese circa dieci anni fa.

La variante 2 del virus è stata isolata per la prima volta fuori dal'Africa nel 2004 in uccelli selvatici catturati in Ungheria. Essa si è diffusa nella penisola balcanica e nel mediterraneo orientale; otto anni fa ha provocato una epidemia nel nord della Grecia.