Dall'ospedale universitario di Zurigo dov'era ricoverato in gravi condizioni è arrivata in mattinata la conferma del decesso di Sergio Marchionne.

Nei giorni scorsi era stato costretto a lasciare il ruolo di amministratore delegato del gruppo Fca, che aveva risanato con successo, a causa dell'improvviso aggravarsi della malattia che lo affliggeva da tempo. Unanime il coro di apprezzamenti nei confronti di uno dei più grandi manager della storia recente, capace di raccogliere il difficile testimone di una società tecnicamente fallita, negoziare con successo la rescissione dell'accordo di vendita alla General Motors, incassando 1,5 miliardi dalla controparte, ottenere dal presidente Obama la possibilità di rilevare la Chrysler poi fusa con successo con FIAT per dare vita al gruppo FCA.

I maggiori successi

Come raccontato in una commovente lettera di commiato al Corriere della sera, scritta dall'avvocato Franzo Grande Stevens, Marchionne arrivò in FIAT su segnalazione di Umberto Agnelli, che ne aveva apprezzato le doti di risanatore nei confronti della Société Générale de Surveillance di Ginevra.

Al suo arrivo la società versava in gravi condizioni finanziarie ed aveva un assetto industriale scarsamente competitivo, particolarmente difficile da ribaltare in un settore maturo come quello dell'Automotive. La prima impresa è stata quella di negoziare con successo la rinuncia ad un opzione put che la proprietà di FIAT aveva nei confronti di General Motors. Pur di non ritrovarsi a dover aggiungere l'istituto italiano alla difficile situazione che aveva in casa, il colosso statunitense accetto di pagare 1,5 miliardi.

Si tratta di un'ulteriore testimonianza di quanto gravi fossero le condizioni dalla storia casa piemontese.

Dal punto di vista delle relazioni industriali, riconoscendo come la contrattazione collettiva fosse incompatibile con la sopravvivenza degli stabilimenti italiani, con l'approvazione di alcuni sindacalisti illuminati come Marco Bentivogli di FIM CISL e in aperto contrasto con altre sigle,è passato ai contratti aziendali, uscendo da Confindustria.

Altre scelte forti che si sono rivelate di successo hanno riguardato l'abbandono della logica di scambio con il governo di sussidi contro occupazione, che ha portato alla chiusura dello stabilimento di Termini Imerese e lo spin off della Ferrari.

La lezione per il paese

La più importante lezione del manager nei confronti del nostro paese riguarda la possibilità di vincere la sfida contro la globalizzazione.

Individuati i nodi che ostacolavano la competitività dell'azienda sui mercati globali e compreso come sarebbe stato impossibile sopravvivere puntando esclusivamente sul mercato domestico (come avvenuto in precedenza), ha avuto il coraggio di prendere scelte difficili e impopolari e la capacità di cogliere opportunità oltreoceano così come di valorizzare gli attivi di pregio come la Ferrari.

Purtroppo, come evidenziato da Fabiano Schivardi su Lavoce.info, in pochi nel nostro paese hanno compreso la sua lezione che risulterebbe particolarmente utile in considerazione della delicata fase istituzionale che stiamo attraversando.