Tupac Shakur morì a Las Vegas il 13 settembre del 1996, dopo aver passato quasi una settimana agonizzante in ospedale. Causa del decesso fu una grave emorragia interna, conseguente alle ferite riportate dopo essere stato raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco, esplosi da un'auto in corsa, mentre si trovava all'interno di un'altra automobile, in compagnia del suo storico collaboratore Suge Knight.

Per l'omicidio di questo pezzo di storia della musica mondiale nessun colpevole è stato mai assicurato alla giustizia. Nelle ultime ore però, una dichiarazione diffusa in una recente puntata di una docu-serie americana, dedicata proprio alle misteriose morti violente di Tupac Shakur e Notorious B.I.G, potrebbe aver messo definitivamente la parola fine sulla vicenda.

Il racconto dell'omicidio di Tupac Shakur: il movente

La rivelazione, che tra ieri e oggi è stata rilanciata dai giornali di tutto il mondo, è arrivata direttamente dalla viva voce di Duane Keith Davis, ex membro di una gang, conosciuto anche con lo pseudonimo di 'Keffe D'. L'uomo è lo zio di Orlando 'Baby Lane' Anderson, il ragazzo, deceduto nel lontano 1998, da sempre considerato come il sospettato numero uno per la morte dell'autore di 'Hit 'Em Up'.

Stando a quanto raccontato da Davis – che ha confermato quella che da anni è considerata una delle tesi investigative più attendibili – Anderson, che all'epoca aveva soltanto 22 anni, avrebbe deciso di uccidere Tupac per vendicarsi di alcuni colpi che quest'ultimo gli aveva rifilato poche ore prima in una baruffa.

La dinamica dei fatti

L'astio di Tupac nei confronti di Anderson era dovuto ad un furto che il giovane aveva commesso ai danni di un amico e collaboratore di Shakur, al quale aveva sottratto un medaglione. Davis ha continuato poi raccontando il momento dell'omicidio, spiegando di essere stato presente, nel momento esatto in cui vennero esplosi i colpi, all'interno dell'autovettura, assieme ad altre 3 persone.

Stando a quanto dichiarato dallo zio di Anderson, quest'ultimo era seduto sul retro, lato passeggero, ed avrebbe sparato da lì, in maniera quasi inaspettata, mentre uno dei presenti gli suggeriva di non farlo. Assieme a Davis e Anderson anche DeAndre 'Dre' Smith, e Terrence 'T-Brown' Brown, che era alla guida della vettura.

'Parlo perché sto morendo, non ho niente da perdere'

Le dichiarazioni di Duane Keith Davis con ogni probabilità avranno delle conseguenze legali, il produttore esecutivo della serie ha infatti invitato le autorità ad approfondire la situazione, interrogando l'uomo in maniera più dettagliata.

Davis, che per anni era rimasto in silenzio, nel frattempo ha affermato di aver deciso di parlare solo perché essendo ormai gravemente malato – stando a quanto da lui dichiarato sarebbe affetto da un cancro maligno – non 'avrebbe più nulla da perdere'.