Nulla di più lontano dalla filmografia di genere, a cominciare da 'Lo squalo' di Steven Spielberg e dei suoi ben tre sequel, e degli innumerevoli thriller imitativi: pellicole che forse hanno un po' 'ingolfato' l'immaginario collettivo. L'esemplare incontrato qualche giorno fa da alcuni pescatori al largo di Jesolo, nota località balneare sul mare Adriatico che si estende sulla costa veneziana, aveva tutt'altro aspetto di un killer dotato di pinna caudale.
Si trattava quasi certamente di una verdesca, anche conosciuta come squalo blu per il dorso di colore azzurro luminescente, di circa due metri e mezzo.
Non di grandi dimensioni quindi, ma era pur sempre uno squalo, il re dei mari e degli oceani che incute un senso di rispetto e di mistero. Ben lontano, dunque, da stereotipi cinematografici, l'esemplare, con fare niente affatto aggressivo, si è avvicinato al peschereccio in cerca di cibo e, a suo modo, ha familiarizzato con i pescatori increduli ed emozionati.
Incontro ravvicinato, strana amicizia in alto mare
Una scena indimenticabile, soprattutto per chi l'ha vissuta in prima persona, filmata e pubblicata sulla pagina Facebook 'Venezia mia': l'incontro ravvicinato è avvenuto qualche giorno fa, dieci miglia al largo di Jesolo. Incontenibile l'entusiasmo dei pescatori: accortisi che l'animale si era avvicinato alla loro imbarcazione facendo più di qualche giro, gli hanno dato da mangiare dei pesci.
Si tratterebbe di una verdesca, ma qualche utente ha ritenuto che potesse essere uno squalo volpe. "Solo la natura sa creare questo tipo di eleganza", è stato il commento di uno dei presenti sull'imbarcazione che ha fatto lo straordinario incontro. Il più euforico del gruppo è stato un pescatore che sporgendosi dalla barca è riuscito ad accarezzare dolcemente la pinna caudale, e per qualche istante il pesce è sembrato persino apprezzare quell'anomalo contatto, per poi invece sottrarsi spaventato alla presa e sparire in mare.
La verdesca è uno squalo molto presente nel mare Adriatico come nel Mediterraneo, ma raramente si incontra specie sulle coste venete. Ed è anche raro che attacchi l'uomo. Per questo a Ferragosto ha destato molto clamore la notizia di un 24enne che in località Torino di Sangro, in provincia di Chieti, si trovava immerso in mare quasi a riva e mentre giocava è stato morso al polpaccio da un esemplare che si è spinto fin là forse disorientato o in cattivo stato, eccetto poi fuggirsene.
Al ragazzo che ha perso molto sangue sono stati applicati 20 punti di sutura.
Verdesca, quel pericolo chiamato uomo
Le verdesche vivono sia nei mari tropicali che temperati del pianeta. Sono specie pelagiche nel senso che nuotano e abitano in mare aperto e si nutrono prevalentemente di pesce azzurro e calamari. Negli ultimi 500 anni nel mondo ci sono stati non più di 13 attacchi all'uomo da parte di questo squalo dalla tipica forma affusolata, con pinne pettorali e pinna dorsale molto sviluppate. Tra tutti i pescecani è il più sottoposto alla pesca commerciale: ogni anno circa 20 milioni di esemplari vengono catturati e uccisi nel mondo. Nell'Adriatico, dove era molto diffuso, a causa della pesca eccessiva rischia l'estinzione.
Oltretutto, spesso finisce nelle nostre tavole come surrogato del pesce spada: non uccide il suo morso, casomai potrebbe farlo il mercurio che contiene. Che l'uomo sia una minaccia per questi animali ancestrali, antichi come il pianeta e che sono stati capaci di adattarsi ad epocali cambiamenti, a differenza dei dinosauri che si sono estinti, lo dimostra anche un recentissimo fatto di cronaca: a Soverato, in provincia di Catanzaro, alcuni bagnanti hanno trovato un cucciolo di verdesca agonizzante e invece di allertare autorità competenti o associazioni animaliste, hanno ritenuto opportuno scattare "selfie" e foto con l'inerme piccolo. Gesti crudeli e stupidi che hanno significato la condanna a morte dell'esemplare.