Il primo ceppo virale fu isolato in Uganda nel 1937 nel distretto West Nile dal quale prende il nome per poi diffondersi in Africa, Asia, Europa. I serbatoi del virus sono uccelli selvatici e zanzare le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all'uomo. Per regolare la sorveglianza epidemiologica, in Italia esiste un Piano nazionale del Ministero della Salute che integra l'osservazione veterinaria dello stato dell'infezione con la stima del rischio per l'uomo. L'Ulss 5 polesana ha indetto l'1 agosto una conferenza stampa nel corso della quale è stata riconosciuta la ricorrenza di uno stato endemico del virus, dato che dall'inizio di giugno fino ad oggi nel territorio della provincia di Rovigo si sono verificati 12 casi accertati di contagio all'uomo.
Tra le persone colpite, 9 sono residenti in Polesine, 2 risiedono nel veneziano ed 1 proviene dalla Slovacchia. La forma più grave di West Nile, quella neuroinvasiva con probabilità di encefaliti e febbre alta, riguarda 5 persone, mentre negli altri casi la patologia si è manifestata come una influenza estiva. I pool di zanzare positive sono stati identificati nei Comuni di Ceneselli, Ficarolo, Badia Polesine, Porto Viro, Guarda Veneta, Papozze, Villanova del Ghebbo.
L'intensificazione della vigilanza sanitaria
La verifica sull'estensione del territorio interessato all'infezione ha determinato l'aumento dei trattamenti larvali e contro le zanzare adulte in aree concentricamente più vaste rispetto ai focolai.
Oltre all'intervento pubblico, però, si è richiesto ai cittadini, tramite l'emissione di ordinanze dei Sindaci, di adeguarsi obbligatoriamente al rispetto di norme comportamentali di prevenzione favorendo l'accessibilità delle aree private per la disinfestazione. Sono iniziati anche gli interventi d'emergenza secondo le linee guida regionali fondate sull'evidenza che solo una tempestiva e continuativa oltre che omogenea opera di disinfestazione può contenere la circolazione dei vettori delle patologie.
Nel periodo estivo, una particolare attenzione dovrà essere dedicata all'organizzazione degli eventi all'aperto, quali feste e sagre popolari, e l'onere del rinforzo dei trattamenti sanitari potrebbe ricadere sui promotori delle manifestazioni. E' indispensabile, inoltre, che i cittadini seguano comportamenti corretti consistenti nel mettere al riparo dalla pioggia tutto ciò che può raccogliere acqua; trattare i tombini con pastiglie antilarvali; chiudere con coperchi o copri teli di plastica bidoni e recipienti che non possono essere spostati; eliminare i sottovasi o ricordarsi di svuotarli settimanalmente; controllare regolarmente i giardini alla ricerca di nuove raccolte d'acqua; usare le zanzariere alle finestre; proteggersi con repellenti cutanei contro le zanzare evitando gli abusi; soggiornare all'aperto con repellenti ambientali come zampironi, lanterne e spray.
Sicure le donazioni di sangue
Il test Nat (Nuclear Antige Test) è la cartina di tornasole dell'individuazione del virus West Nile. Il Direttore del Dipartimento di Medicina Trasfusionale dell'Ulss5 del Polesine Francesco Chiavilli fa sapere che tutte le donazioni di sangue raccolte nei tre centri di Rovigo, Adria e Trecenta sono sottoposte a questa metodica di analisi e se il test risulta negativo le successive trasfusioni di sangue sono sicure. In provincia di Rovigo sono, tuttavia, stati trovati 3 donatori positivi che starebbero, però, bene a parte i sintomi di una normale influenza. Il virus è stato isolato in molte altre province vicine al Veneto, come Parma e Udine, ed in zone europee contigue, circostanze che motivano un aggiornamento continuo delle aree a rischio da parte delle autorità sanitarie.
Se il donatore ha soggiornato in una zona a rischio per 28 giorni deve essere sospeso solo nel caso in cui non sia possibile la verifica dirimente del test. Finora a Rovigo le donazioni non sono state sospese.