Mercoledì 8 agosto verso le 19.30 di sera, vicino alla Fontana di Trevi, è iniziata una discussione tra una turista italo-americana, P.E. di 44 anni, e un’olandese E.F. di 19 anni, per un motivo ai limiti dell'assurdo: ognuna delle due voleva farsi un selfie in un punto specifico, il migliore per inquadrare il monumento a ridosso della fontana. Trovandosi nello stesso posto allo stesso momento, le due hanno iniziato con gli spintoni per poi prendersi a pugni e a schiaffi in mezzo alla folla di turisti sconcertati.

Una accesa discussione si trasforma in violenta rissa

A loro si sono unite le rispettive famiglie: otto persone in tutto, tra cui la sorella 13enne di E.F., la figlia e un’amica di P.E. entrambe 17enni. Sono stati costretti due agenti del I Gruppo ‘ex Trevi’ in servizio sulla piazza a intervenire per placare la lotta. La tregua, però, è durata poco, perché i gruppi hanno ricominciato a picchiarsi, tanto che è stato necessario l’intervento di altre due pattuglie, poi la lite è finita senza aver fatto nascere conseguenze e lesioni molto più gravi. I turisti hanno subito solo delle leggere contusioni e sono stati portati negli Uffici della Polizia Municipale di via della Greca. e l'autorità giudiziaria li ha denunciati per minacce e violenza.

Riguardo a Piazza Fontana di Trevi, ci si trova a parlare di nuovo della proposta per limitare il numero delle visite dei turisti. Andrea Coia (M5S) presidente della commissione Commercio di Roma ha lanciato un’idea: “Accessi controllati per favorire l’anti-abusivismo e la sicurezza della piazza”, precisando inoltre che “Non mi riferisco agli accessi fisici come varchi o cancelli, ma allargherei l’area di rispetto della Fontana di Trevi all’intera piazza con maggiori agenti di polizia locale per sorvegliare chi entra e cosa vende e i vari ingressi”.

Eleonora Guadagno, consigliera M5S, invece, afferma che il Campidoglio “non è d’accordo con questi accessi limitati e questi varchi fisici, perché si vuole permettere l’accesso libero alla cultura. I cittadini di Roma hanno il diritto di vivere la loro città e la cultura quotidianamente”. Quest’ultima affermazione è condivisa da Assoturismo che vuole “sì più controlli, ma no al numero chiuso”.

L' Europarlamento voleva vietare i selfie, ma i fan europei si sono ribellati

Eppure tre anni fa il Parlamento Europeo aveva respinto l’emendamento che vietava la pubblicazione sui social di foto scattate nei luoghi pubblici senza la richiesta dell’autorizzazione: il cambiamento al progetto di legge era stato approvato solo in commissione Affari giuridici e aveva fatto scoppiare polemiche rabbiose in tutte l’Europa perchè molti tra gli amanti dei selfie avevano protestato, preoccupati di non poter più riempire le loro bacheche dei propri social. L’autonomia di definire come disciplinare il ‘diritto di panorama’ resterà materia dei singoli Stati membri, in seguito però saranno necessarie le forze speciali ben organizzate per far rinunciare al selfie vietato.