Numerosi modelli matematici per le previsioni meteo suggeriscono la possibile formazione di un Medicane a cavallo tra giovedì e venerdì nella zona tra il Mar Tirreno e il canale di Sicilia. Al momento però la posizione esatta non è ancora ben definita. Il Medicane viene spesso chiamato "uragano mediterraneo" mentre il termine specifico è TLC (Tropical Like Cyclones). Le regioni che saranno più colpite dai suoi venti tempestosi saranno la Sicilia e la Sardegna, ma la sua ancora incerta posizione terrà in allerta anche le regioni del meridione d'Italia.

Le previsioni

In questo mese di settembre insolitamente molto caldo, le temperature della superficie del Mar Tirreno e di tutti i mari del Sud Italia sono comprese tra i 26 e i 28 °C, ed addirittura più alte verso la costa del Nord Africa. Nella seconda metà della settimana, si prevede la formazione di una depressione ciclonica superficiale sul Tirreno: ci sono quindi tutte le premesse per la nascita di un ciclone mediterraneo Medicane. Sono trascorsi solo pochi giorni dal passaggio degli uragani Florence e Mangkhut, che hanno provocato enormi danni lungo il loro percorso negli USA e nel sud est asiatico.

Come e quando si forma un Medicane

Alcune particolari depressioni che colpiscono il Mediterraneo vengono classificate tecnicamente con il termine di “TLC”, o “Tropical Like Ciclones”.

Nel linguaggio comune vengono chiamati “Medicane“, gli uragani mediterranei. Per caratteristiche interne e per forza i “TLC” non hanno nulla da invidiare ai classici cicloni tropicali di categoria 1 o 2 nella scala Saffir-Simpson (che misura l'intensità dei venti degli uragani), anche se sono di dimensioni ridotte. Un Medicane è un sistema di bassa pressione caratterizzato da piogge torrenziali, forti venti e un "occhio" al centro della depressione, simile a quello degli uragani oceanici.

Quando le acque del mar Mediterraneo raggiungono temperature superficiali molto elevate, caratteristiche della fine dell'estate, il calore latente in eccesso e un più alto contenuto di umidità nell'aria diventano entrambi "combustibile" per la formazione di forti temporali marittimi. Sono le stesse cause che provocano la formazione di tifoni ed uragani in pieno oceano, ma qui le energie in gioco sono minori e per questo è scorretto chiamarli "uragani".

I venti in queste tempeste possono raggiungere i 135km all'ora, ma solitamente questi cicloni non durano più di 24-48 ore.

Non è la prima volta che un TLC si forma sui nostri mari meridionali. Zeo, Celeno, Cornelia, Rolf sono tutte tempeste formatesi nel Mediterraneo, ma è Quendresa che nel 2014 viene ricordata come quella che ha causato i maggiori problemi, provocando tre morti e moltissimi danni in Sicilia e sull'isola di Malta.

Queste le immagini satellitari di Quendresa: