Un 'tesoretto' di estremo valore è stato scovato a Como. Non induca in errore la zona: non si tratta del famigerato 'bottino' della Lega del valore di 49 milioni di euro di cui sono a caccia i pm. Ben altra è la scoperta: 300 monete d'oro d'epoca romana conservate intatte, sono affiorate mercoledì scorso durante alcuni lavori di scavo per realizzare palazzine. Ieri, il ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, durante la conferenza stampa di presentazione della scoperta a Milano nella sede della Soprintendenza, l'ha definito un evento più che eccezionale, epocale, che segna la storia dei ritrovamenti archeologici.

Monete d'oro romane, evento epocale nella storia dell'archeologia

Era circondato e protetto da un ampio strato di terra nera il tesoretto romano scoperto a Como sotto un ex teatro in centro. In un'anfora, risalente probabilmente al IV secolo d.C. o di prima epoca bizantina, c'erano 300 o 400 monete in oro dal valore inestimabile, dalla lucentezza sorprendente, già ribattezzate come 'le monete d'oro degli imperatori'. La scoperta è stata fatta in un terreno privato, dove una società edilizia si apprestava a costruire.

Il ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, ha detto che quel tesoro è un patrimonio che deve appartenere alla città lombarda e trovare spazio in uno dei suoi musei.

Como è stata fondata dai romani ed è quindi sempre possibile poter trovare qualche reperto non appena si avvii uno scavo, ma questo ritrovamento non ha uguali, eccetto forse uno fatto anni fa in provincia di Grosseto di 400 monete di un'epoca che va da Onorio a Romolo Augustolo.

Ma la quantità d'oro del tesoro di Como, sembra assai di più, come confermato dal presidente della società archeologica di Como Giancarlo Frigerio.

Secondo gli esperti, la zona del ritrovamento ospitava lussuose dimore dell'aristocrazia romana. Ragion per cui, una prima romantica ipotesi è stata che l'anfora sia stata nascosta nei muri della casa per evitare furti all'epoca delle invasioni: l'idea probabilmente era di andarla poi a recuperare a pericolo scampato e così non è stato.

Ma c'è un' altra ipotesi che sta prendendo piede.

Tesoro trovato a Como: spuntano altre ipotesi

Al momento, sono state pulite e analizzate 27 delle circa 300 monete contenute nell'insolito vaso che non era di terracotta come ci si aspetterebbe, ma di pietra ollare proveniente dalle montagne della Valtellina. Il recipiente, rimasto illeso per secoli, durante lo scavo, è stato rotto e da lì sono venute fuori' le monete.

Il presunto tesoro degli imperatori è costituito innanzitutto da monete d'oro impilate in rotolini, non molto diversi da quelli che si vedono in banca oggi. Può darsi che siano state oltre il 474 a.C., come testimoniano i profili diversi che recano incisioni riguardanti Onorio, Valentiniano III, Leone I, Artemio e Livio Severo.

Intanto la Soprintendenza fermando i lavori, ma gli scavi in quello che un tempo era il forum di Novum Comum, avvengono in un punto non facile perché c'è il lago e occorrono le pompe idrovore.

Come chiarito dal il soprintendente Luca Rinaldi, il tesoro degli imperatori non è costituto solo da monete: in quel recipiente che va aperto con cautela, gli esperti hanno intravisto anche una barretta d'oro, forse un lingotto e delle catenine. Allora si potrebbe trattare di un deposito pubblico o di una banca che non ha più restituito i soldi ai risparmiatori perché travolta dal crollo dell'impero romano e dalle invasioni barbariche.