I casi di Febbre del Nilo nella provincia di Milano sono saliti a sei e il Governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana ha invitato tutti i sindaci a cercare di prevenire la diffusione del possibile contagio attraverso adeguate e sistematiche disinfestazioni in tutte le città della regione. Cercare di combattere la proliferazione delle zanzare, causa primaria del contagio del virus, risulta essere, allo stato attuale, l'unica possibile prevenzione per evitare il contagio.
Febbre del Nilo: gli ultimi casi nella regione lombarda
Gli ultimi casi di contagio dell’infezione nota come ‘Febbre del Nilo’ sono stati registrati in Lombardia e sono quelli che interessano un anziano di Vanzaghello e un altro caso di un uomo di 74 anni residente a Milano.
Entrambi i pazienti sono in coma e attualmente ricoverati nel reparto di rianimazione dell’Humanitas di Rozzano. A questi due ultimi casi si aggiunge anche quello di un anziano di Lodi che risulterebbe in uno stato di Salute meno grave. Gli ultimi dati comunicati dall’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) sono allarmanti e riportano circa 300 nuovi casi di contagio del virus nell’area geografica europea. Secondo le statistiche, l’Italia, è risultato il Paese maggiormente colpito dalla febbre West Nile con 144 casi accertati e 7 decessi. I dati in tutta Europa, invece, si sarebbero addirittura triplicati nell'ultimo anno.
Febbre del Nilo: di cosa si tratta e il parere degli esperti
Il virus West Nile viene trasmesso, generalmente, attraverso la puntura delle zanzare. La maggior parte dei contagi del virus si manifesta senza particolari sintomi evidenti o con sintomatologie simili all’influenza. Ma le forme più gravi, che si manifestano prevalentemente in soggetti maggiormente debilitati come gli anziani e i pazienti con sistema immunitario già compromesso, sono caratterizzate da sintomatologie più evidenti e possono degenerare, anche se in una percentuale molto bassa, in meningiti o encefaliti che possono risultare fatali per il paziente.
Secondo l’epidemiologo dell'Istituto Superiore di Sanità, Gianni Rezza, questo tipo di virus è diventato ormai endemico in Italia e, molto probabilmente, la sua diffusione è strettamente associata al passaggio, nel nostro Paese, degli uccelli migratori e direttamente trasmesso dalla puntura delle zanzare. La sua particolare incidenza, quest’anno, sarebbe stata determinata dal clima particolarmente caldo e umido che avrebbe determinato maggiore proliferazione del virus in Italia e nel resto dell’Europa.
Secondo l’esperto questa è stata sicuramente la stagione più bersagliata dal virus degli ultimi anni nel nostro Paese, ma la novità risiede soprattutto nell'estensione del problema endemico verso nuove regioni come la Lombardia, la Liguria e parte del Piemonte.