Il black-out delle telecamere di Autostrade per l'Italia, installate sul ponte Morandi, non è stato causato da una manomissione volontaria degli strumenti di ripresa. Lo ha affermato la Procura del capoluogo ligure, che ha chiuso le indagini almeno per quanto riguarda le mancate riprese del crollo dell'imponente viadotto sul Polcevera, il 14 agosto scorso.

Le teorie del complotto sul crollo del ponte

Proprio negli scorsi giorni era stato l'ingegnere Enzo Siviero, docente all'università "Iuv" di Venezia, durante un'intervista ad una emittente locale, a proporre l'ipotesi che vedeva il crollo del viadotto come il risultato di un attentato.

Destava non poca preoccupazione l'improvviso spegnimento delle telecamere installate proprio sul ponte, ma appare ormai chiaro che tale interruzione delle riprese è stata probabilmente causata da un evento avverso. Come si apprende dall'Adnkronos infatti, fin dalla mattina del 14 agosto, l'impianto elettrico che alimentava le telecamere installate sul viadotto mostrava dei problemi, probabilmente a causa del fortissimo nubifragio che, come è noto, in quel giorno si abbatteva su Genova.

Proprio poco prima del crollo, si apprende dalla stampa nazionale, un improvviso abbassamento della tensione elettrica ha fatto scattare il salvavita, interrompendo di fatto di fatto le immagini. La telecamera ovest, puntata direttamente sulla carreggiata del ponte, ha subito i danni maggiori e non si è più ripresa, mentre quella rivolta a levante, puntava sullo svincolo autostradale.

Quest'ultima, come si vede chiaramente nelle immagini diffuse dalla Procura e pubblicate anche da Adnkronos), è stata puntata sul Morandi negli attimi successivi alla tragedia.

La telecamera di un'azienda ha ripreso il crollo

Come già annunciato in un articolo precedente, per ricostruire la dinamica del collasso del viadotto gli investigatori si stanno basando su una telecamere privata, proprietà di un'azienda che ha sede in corso Perrone, nei pressi del viadotto Morandi.

Sarebbe stato proprio lo strumento di sorveglianza in dotazione alla ditta che avrebbe ripreso il momento del crollo: questo video non è stato diffuso dagli inquirenti poiché, come dichiarato dal procuratore Francesco Cozzi, la paura è che vedendo il video i testimoni possano raccontare una versione inquinata dei fatti. Intanto è stato presentato il progetto di demolizione del viadotto: lo ha annunciato l'ad di Autostrade e Atlantia, Giovanni Castellucci.