Ieri, giovedì 6 settembre, è stata una giornata di svolta per la tragedia del ponte Morandi a Genova. La procura del capoluogo ligure ha infatti emesso 20 avvisi di garanzia nei confronti di dirigenti pubblici e dei vertici operativi di Autostrade, la società concessionaria della gestione delle reti autostradali italiane di proprietà della famiglia veneta dei Benetton, azionista di maggioranza di Atlantia. Nelle stesse ore in cui avveniva l’attesa accelerazione delle indagini, Gilberto Benetton, uno dei rampolli della dinastia di Ponzano Veneto decideva, dopo più di tre settimane di silenzio dai fatti, di rilasciare un’intervista al Corriere della Sera.

Parole che hanno immediatamente suscitato polemiche visto che, come riporta anche Maurizio Belpietro su La Verità, alcuni testimoni avrebbero confermato che tra il 14 e il 15 agosto, subito dopo il crollo del ponte Morandi, nella villa dei Benetton “qualcuno ballava sui tavoli e la musica a tutto volume è andata avanti fino a tardi”.

L’intervista di Gilberto Benetton

Ero in vacanza, come credo la maggior parte degli Italiani. Ad un tratto il dramma, e tutto è cambiato: anche per noi sono iniziati giorni di sofferenza e di cordoglio”, confessa Gilberto Benetton al suo intervistatore Daniele Manca. Benetton conferma che la famiglia è stata da subito vicina al management nelle difficilissime ore che hanno succeduto il crollo del ponte Morandi, ma respinge le accuse di essere stata in silenzio, senza dimostrare subito cordoglio e vicinanza nei confronti delle vittime.

Dalle nostre parti il silenzio è considerato segno di rispetto”, dichiara Benetton, convinto che il comunicato rilasciato solo 48 ore dopo sia stato sufficiente, anche se, aggiunge con una punta di amarezza, “forse non siamo stati sentiti”.

La polemica sulle feste a Cortina

“Ma fare festa a Cortina a poche ore dal crollo di Genova è parso un grave segno di poca sensibilità?”, domanda il giornalista del Corriere non senza una certa impertinenza che sembra infastidire il ricchissimo imprenditore.

Benetton bolla subito la questione come “insinuazioni”, anche se ammette che “tutta la famiglia il 15 agosto si è riunita a casa di mia sorella Giuliana”, nel triste ricordo sia delle vittime di Genova, sia del fratello più giovane Carlo, scomparso meno di un mese fa.

'Musica a tutto volume, qualcuno ballava sui tavoli'

Una versione dei fatti, quella fornita dai Benetton sulle loro feste meste e tristi, che non ha convinto buona parte dell’opinione pubblica e dei mass media.

È il caso, ad esempio, del direttore del quotidiano La Verità, Maurizio Belpietro, che nel suo editoriale pubblicato oggi si scaglia contro le feste fuori luogo organizzate dalla nota famiglia. Sì, perché le serate incriminate sarebbero due e non una: il 14 e il 15 agosto. Belpietro se la prende innanzitutto con il silenzio dei Benetton nelle ore immediatamente successive al crollo, facendosi beffe delle loro motivazioni, come se “quando manca una persona, invece di far visita al defunto si fa finta di niente”. Una questione di riservatezza, sostiene Gilberto, ma per Belpietro i Benetton “sono così riservati che il giorno della tragedia e anche il giorno dopo hanno fatto festa”. Insomma, come hanno dichiarato non meglio precisati testimoni sentiti da La Verità, in quelle drammatiche ore a Cortina, il 14 agosto, “qualcuno ballava sui tavoli e la musica a tutto volume è andata avanti fino a tardi”.

Mentre il 15 una settantina di persone avrebbero consumato una cena a base di pesce e vino. Per concludere, se i Benetton, come afferma Gilberto, non sono “stati sentiti”, la colpa secondo Belpietro sarebbe colpa della “musica a tutto volume”.