Mentre in Spagna recentemente sono stati indagati 500 neolaureati che avrebbero pagato 11.000 euro per garantirsi l'iscrizione all'Albo degli avvocati, in Italia, precisamente a Palermo, da alcuni giorni si parla di un altro scandalo universitario che ha coinvolto 1000 studenti che lo scorso 4 settembre hanno svolto i test d'ingresso per la Facoltà di Medicina.

Cos'è successo a Palermo durante i test

Il 4 settembre, in tutta Italia si sono svolti i test d'ingresso nelle Università per la Facoltà di Medicina e Chirurgia. A Palermo però le cose non si sarebbero svolte secondo i regolamenti.

In particolare, circa 1000 i candidati avrebbero aggirato i controlli, connettendosi a Internet durante i test d’accesso per trovare le risposte corrette. Questo è emerso a seguito di una segnalazione da parte di uno studente escluso dalla prova che ha poi depositato un esposto alla Procura. Il ragazzo ha dato l'incarico di fornire le prove allo studio legale Leone-Fell di Palermo che, a sua volta, ha contattato l'esperto informatico Antony Russo per analizzare la situazione. Un report ha dimostrato che, durante tutto lo svolgimento del test, diverse "parole chiave" inerenti alle 60 domande, hanno avuto un’impennata di ricerche su Google. Solo per fare qualche esempio, la nona domanda preveda di inserire i due ultimi numeri della sequenza 2-3-7-13-27 e quel giorno le ricerche sul web riguardo questa specifica domanda sono cominciate 33 minuti dopo l’inizio della prova.

Secondo gli esperti di statistica, la probabilità che venisse richiesta quella serie specifica di numeri è di una su 622 milioni. Secondo lo studio legale, oltre alla ricerca delle risposte su Google, c'è stato un flusso di comunicazione anche verso l'esterno dell'università con complici che avrebbero fornito poi le risposte agli studenti.

Segnalazioni in merito, anche se di minor entità, si sono registrate anche in altri atenei di diverse regioni italiane.

Cosa rischiano i 1000 candidati

Lo studio legale Leone-Fell ha comunicato di aver agito su due fronti, sia su quello penale che su quello amministrativo. La vicenda dal punto di vista penale sarà portata avanti dalla magistratura, mentre il procedimento amministrativo sarà seguito dallo studio legale che ha detto di voler procede con una class-action che potrebbe influenzare il ricorso.

Se le irregolarità venissero accertate analizzando tutti gli indirizzi IP da cui sono provenute le ricerche, circa 1000 candidature sarebbero a rischio. Il ricorso partirà prima del 3 ottobre, ma dopo l'uscita della graduatoria ufficiale, per capire quanti di questi 1000 candidati abbiano ottenuto una posizione utile per accedere alla facoltà. Sarà poi il Miur a decidere dal punto di vista amministrativo se i 1000 posti andranno solo ai ricorrenti, oppure se saranno redistribuiti su tutto il territorio nazionale.