"Magari morisse, li mo****ci sua". Con queste parole a dir poco crude, uno dei carabinieri imputati nel processo Cucchi bis, Vincenzo Nicolardi, si riferiva a Stefano Cucchi il giorno dopo l'arresto del giovane, fermato a Roma nell'ottobre del 2009 e incarcerato perché accusato di spaccio di sostanze stupefacenti. Le dichiarazioni del carabiniere risultano depositate negli atti processuali dal pm Giovanni Musarò.
Nel testo del documento sono riportate diverse intercettazioni relative alle comunicazioni che intercorrevano, talvolta via radio, in altri casi al telefono, tra le ore 3 e le ore 7 della mattinata del 16 ottobre del 2009 – il giorno seguente al fermo di Stefano, quindi successivamente al pestaggio recentemente raccontato dal carabiniere Francesco Tedesco – tra il capoturno della centrale operativa del comando provinciale e un carabiniere, la cui voce è stata riconosciuta nell'ambito delle indagini del processo Cucchi Bis come quella di Nicolardi.
Nelle diverse conversazioni viene fatto continuamente riferimento alle precarie condizioni fisiche di Cucchi, queste le parole di Nicolardi: "E' da oggi pomeriggio che noi stiamo sbattendo con questo qua [...] Magari morisse, li mo****ci sua".
6 nuovi indagati
E' di oggi la notizia che altri cinque appartenenti alle forze dell'ordine sarebbero finiti nel registro degli indagati nel nuovo filone di indagini, oltre a loro anche un avvocato. Tra questi anche il tenente colonnello Francesco Cavallo, che all'epoca dei fatti risultava essere il capo ufficio del comando del Gruppo carabinieri Roma. Quest'ultimo avrebbe invitato Massimiliano Colombo, ovvero il comandante della stazione Tor Sapienza, a cambiare il testo di alcune annotazioni di servizio relative alle condizioni di salute di Cucchi.
Tra gli ufficiali finiti nel mirino delle indagini c'è pure il tenente colonnello Luciano Soligo, all'epoca dei fatti comandante della compagnia Talenti Montesacro.
La riunione dopo la morte di Cucchi in stile 'alcolisti anonimi'
Stando a quanto si apprende dai documenti processuali, tutti i carabinieri che avevano avuto un ruolo, seppur minimo, nell'arresto e nei vari spostamenti di Cucchi, avrebbero successivamente partecipato a una riunione, che viene descritta come un qualcosa di molto simile ad un incontro degli 'alcolisti anonimi', e avrebbe avuto luogo il 30 ottobre 2009, una settimana dopo il decesso del giovane.
L'incontro sarebbe stato voluto dall'allora comandante generale Vittorio Tomasone per raccogliere informazioni relativamente all'accaduto, queste le parole del carabiniere che lo ha raccontato agli inquirenti: "Il giorno 30/10/09 ero di pattuglia con Colicchio, quando ricevetti una chiamata da Soligo, che mi diceva che dovevamo andare al comando provinciale perché erano stati convocati tutti i carabinieri che avevano avuto un ruolo nell'arresto di Cucchi, anche io, visto che ero il comandate della stazione, nonostante non avessi fatto nulla".