Dopo 9 anni, il carabiniere Francesco Tedesco, tra i cinque imputati al processo Cucchi, ha ammesso il pestaggio ai danni del trentunenne, accusando i colleghi Raffaele D'Alessandro e Alessio Di Bernardo di aver infierito sul giovane nonostante questi fosse già riverso a terra.
La testimonianza del carabiniere Francesco Tedesco
L'udienza di questa mattina è iniziata con una testimonianza ricca di particolari da parte di Francesco Tedesco: "Fu un'azione combinata", ha spiegato il militare. Quel giorno, il 15 ottobre 2009, Cucchi iniziò a perdere l'equilibrio dopo aver ricevuto un calcio dal carabiniere D'Alessandro, cadendo in un secondo momento a causa una spinta inferta da Di Bernardo: "Anche la successiva botta alla testa fu violenta, ricordo di avere sentito il rumore".
Il racconto di Tedesco è proseguito minuziosamente, soprattutto quando ha riportato di come il trentunenne fu raggiunto da calci e schiaffi mentre era già a terra.
Nella sua testimonianza, Tedesco ha anche aggiunto che il maresciallo Mandolini sarebbe stato informato dei fatti, e gli avrebbe intimato di dichiarare, durante l'interrogatorio dinanzi al pm, di dire che il giovane stava bene e che non era accaduto nulla. Per quanto riguarda Vincenzo Nicolardi, invece, ha riportato che quando si recò in Corte d'Assise, "sapeva già tutto".
Inoltre pare che il carabiniere abbia scritto una nota di servizio nella notte in cui morì Cucchi, inviata prontamente alla stazione Appia dell'Arma. Tuttavia, pare che quest'annotazione sia svanita nel nulla.
Ricordiamo che, ad oggi, Di Bernardo, D'Alessandro e Tedesco sono imputati per omicidio preterintenzionale e abuso di autorità, Mandolini per calunnia e falso, mentre Vincenzo Nicolardi per calunnia. È stato avviato, intanto, anche un altro filone di accertamenti dopo il processo-bis, che ha chiamato in causa altri cinque carabinieri per falso ideologico.
La soddisfazione della sorella di Cucchi, dell'avvocato Pini e di Casamassima
Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ha commentato così su Facebook la confessione del carabiniere: "Il muro è stato abbattuto. Ora sappiamo e saranno in tanti a dover chiedere scusa a Stefano e alla famiglia Cucchi".
Eugenio Pini, avvocato di Francesco Tedesco, ha dichiarato che, il suo assistito, all'epoca dei fatti si lanciò contro i colleghi per tenerli lontani dal trentunenne, soccorrendolo e difendendolo.
Successivamente, però, fu costretto al silenzio contro la sua volontà. La notizia della svolta durante il processo è stata commentata anche da Riccardo Casamassima, l’appuntato dei carabinieri che con una sua testimonianza nel maggio scorso permise alla Procura di riaprire il caso: "Bravo Francesco, da quest'oggi ti sei ripreso la tua dignità".